Una tavoletta votiva di De Pisis alla Mostra d'arte sacra dell'Antoniano

  • @ Via Guido Guinizelli, 3, 40125 Bologna (BO)
10 ottobre 1956, 12:00

"La consegna dell'ex voto al santuario avvenne con grande solennità, addirittura in costume rinascimentale. De Pisis, a capo di una brigata di amici e con il fedele pappagallo sulla spalla, portò personalmente la sua Madonnina al convento francescano percorrendo a piedi la lunga 'polverata'". (Mixer)

Artista già molto noto, tra il 1938 e il 1943 Filippo De Pisis soggiornò a Rimini, "accompagnato da una piccola corte di 'modelli'". Il suo studio era una sorta di cenacolo aperto ad amici e personaggi della cultura, che andavano spesso a trovarlo: da Commisso a Moretti, da Arcangeli a Raimondi. 

Durante la vacanza nella cittadina adriatica, ancora lontana (ma non per molto) dalla tragedia della guerra, il pittore capitò al Santuario delle Grazie sul colle di Covignano.

Nel vicino convento era custodito un piccolo museo, curato da Padre Giovanbattista Chini, e De Pisis volle lasciare, come suo contributo, un ex voto.

Su una rustica tavoletta abbozzò una Madonna, ispirata a quella di Piero della Francesca custodita a Sansepolcro. Sotto il manto aperto era inginocchiato lui stesso, assieme al suo fedele pappagallo.

La preziosa opera rimase anonima e confusa tra altre di pittori dilettanti, finchè fu scoperta per caso dopo la guerra. Sul retro recava la dedica "Philippus De Pisis fecit" e la data: 7 settembre 1941.

La bellissima Madonna di De Pisis, “grande peccatore”, ma anche “buon cristiano”, è forse il pezzo più pregiato della Seconda Mostra Nazionale d'arte sacra contemporanea. Premio Fratelli Canova, che si tiene all’Antoniano dal 10 ottobre al 1 novembre.

L’esposizione ospita i lavori, ispirati a temi religiosi, di molti maestri affermati, quali i pittori  Bruno Saetti, Domenico Cantatore, Corrado Corazza, Ilario Rossi, Aldo Borgonzoni e gli scultori Renzo Biason, Angelo Biancini, Pericle Fazzini, Agenore Fabbri e molti altri.

Accanto ad essi sono le opere di artisti più giovani “quasi toccati dal fervore e dalla grazia”, capaci di rendere “con moderna freschezza” gli episodi e le allegorie del Vangelo. 

Il primo premio della pittura andrà a Ricordo d’infanzia dell’artista cadorino Fiorenzo Tomea (1910-1960):

“La gracilità e il calore di quelle candele che sembrano allungarsi per toccare le palme trafitte del Nazzareno. La magrezza di quei fiori nel vaso, asseccati dal fiato della gente che prega. La patina giallognola di quella tela che sa d’avorio, di cera, di miele, di legno tarlato, di carta lambita dalla fiamma, di oratorio di campagna sorto ai margini di un bivio o di un crocicchio. Qui l’arte moderna ha trovato salvezza e fortuna”. (D. Zanasi)

Approfondimenti
  • De Pisis. Catalogo generale, a cura di Giuliano Briganti, con la collaborazione di Daniela De Angelis, Milano, Electa, 1991, vol. 2: Opere 1939-1953, p. 857
  • Seconda Mostra Nazionale d'arte sacra contemporanea 1956. Premio Fratelli Canova, indetta dal 22 settembre al 14 ottobre 1956, Bologna, s.e., 1956
  • Seconda Mostra Nazionale d'arte sacra contemporanea, 1956. Premio fratelli Canova, Bologna, Antoniano, 10 Ottobre-1 novembre, a cura di Lamberto Priori, prefazione di Ernesto Caroli, Bologna, Tip. L. Parma, 1956
  • Storia di Rimini dal 1800 ai nostri giorni, Rimini, Ghigi, vol. 3: P.G. Pasini, M. Zuffa, L'arte e il patrimonio artistico e archeologico, 1978, p. 130, 246
  • Dario Zanasi, Viaggio in Romagna, prefazione di Giovanni Spadolini, Bologna, Off. grafiche Poligrafici Il Resto del Carlino, stampa 1967, pp. 1975-1979
  • Dario Zanasi, La "storia" della Madonna che "il gran peccatore" ma "buon cristiano" dipinse per il santuario delle Grazie, in: "Ariminum", 3 (2007), pp. 18-19