Scioperi nella Bassa

24 maggio 1886, 00:06

Ottocento mondine di Medicina si astengono dal lavoro in segno di protesta per il basso salario (70 centesimi per 12 ore). Ad esse si uniscono le operaie di Molinella, Baricella, Bentivoglio, Minerbio e San Pietro in Casale. La richiesta è l'aumento della paga, da 0,70 centesimi a una lira al giorno.

Scioperano anche gli scariolanti impegnati nell'arginatura del Savena: chiedono di essere pagati a giornata e non a cottimo. Intanto centinaia di braccianti chiedono di lavorare al posto delle donne, preferite dagli agrari per la paga più bassa.

Il Prefetto fa intervenire una compagnia di soldati.”La polizia percuote, arresta e fa condannare”. In una tenuta una mondina è picchiata e minacciata col fucile dai figli del proprietario di un fondo.

In giugno le astensioni dal lavoro continuano in diversi comuni della campagna bolognese: a Minerbio, a Bentivoglio.

Nella tenuta dei Torlonia a Galliera trecento braccianti di Malalbergo intervengono per sostenere la lotta dei lavoratori agricoli.

Il 5 luglio a Malalbergo scendono in sciopero oltre cinquecento mondine. A Baricella lo sciopero dei risaioli per l'aumento dei salari dura quattro giorni.

Al termine delle agitazioni, che di rado producono risultati concreti, si scatena la repressione, con arresti e condanne esemplari.

Le proteste popolari sono il prodotto di una situazione di miseria materiale e morale intollerabile: i contadini, che per larga parte dell'anno sono disoccupati, nei periodi di attività sono brutalmente sfruttati.

Con la crisi agraria, soprattutto dal 1886, scioperi, invasioni di municipi, manifestazioni di risaiole e braccianti si susseguono a ritmo incalzante nei comuni della bassa pianura.

Approfondimenti
  • Luigi Arbizzani, Sguardi sull'ultimo secolo. Bologna e la sua provincia, 1859-1961, Bologna, Galileo, 1961, p. 60, 66
  • Bassa bolognese: il riso...e le lacrime, annotazioni raccolte da Oriano Tassinari Clo, Bologna, Associazione Genitori Porta Lame, 1984, p. 21
  • Gabriele Bonazzi, Bologna nella storia, Bologna, Pendragon, 2011, vol. II, Dall'Unità d'Italia agli anni Duemila, p. 58
  • Franco Cazzola, La formazione del bracciantato agricolo di massa in Emilia Romagna, in Il proletariato agricolo in Emilia-Romagna nella fase di formazione, a cura di Franco Cazzola, Bologna, Clueb, 1980, p. 51
  • Carlo Cesari, Giuliano Gresleri, Residenza operaia e città neo-conservatrice. Bologna caso esemplare, Roma, Officina, 1976, pp. 100-101
  • Arturo Colombi, I contadini nella lotta di Liberazione nazionale, in: Al di qua della Gengis Khan, a cura di Remigio Barbieri e Sergio Soglia, Bologna, Galileo, 1965, p. 171
  • Arturo Colombi, Pagine di storia del movimento operaio, Roma, Edizioni di cultura sociale, 1951, pp. 192-193
  • Dal Santerno al Panaro. Bologna e i comuni della provincia nella storia, nell'arte e nella tradizione, a cura e coordinamento di Cesare Bianchi, Bologna, Proposta, 1987, vol. 3: Dal Santerno al Reno. I comuni bolognesi, p. 142
  • Storia di Bologna, direttore Renato Zangheri, vol. 4., Bologna in età contemporanea, tomo 1., 1796-1914, a cura di Aldo Berselli e Angelo Varni, Bologna, Bononia University Press, 2010, pp. 338-339
  • Su, compagni, in fitta schiera. Il socialismo in Emilia-Romagna dal 1864 al 1915, a cura di Luigi Arbizzani, Pietro Bonfiglioli, Renzo Renzi, Bologna, Cappelli, 1966, pp. 121-122
  • Torri e castelli. Bologna e la sua provincia. Storia, dizionario biografico, opere d'arte, notizie d'oggi, 2. ed. ampliata a cura di Luigi Arbizzani e Pietro Mondini, Bologna, Editrice Galileo, 1966, p. 174, 202