Sacerdoti puniti perchè parlano male del governo

24 giugno 1859, 12:02

L’Intendente della Provincia intima l’allontanamento dalla diocesi a don Casimiro Rossi “perchè occupato a dir male del governo”. l’Arcivescovo Viale Prelà si rifiuta di eseguire l’ordine.

Qualche giorno dopo un prete di San Giovanni in Persiceto viene arrestato “per discorsi ingiuriosi e pericolosi al presente governo”. L’Arcivescovo lo fa rilasciare, promettendo di punirlo lui stesso. Lo manda per una settimana a fare esercizi spirituali.

Il 23 ottobre successivo, giorno dell’innalzamento degli stemmi sabaudi, viene indetta una cerimonia con Te Deum di ringraziamento.

A San Lazzaro di Savena don Gaetano Landi fa chiudere la chiesa e se ne va. La polizia è costretta a forzare la porta e la messa è celebrata da un cappellano militare. Il sacerdote verrà mandato al confino in Piemonte.

Nell’estate del 1859 sono trentacinque gli ecclesiastici della diocesi bolognese puniti in vario modo. Di questi, sei vengono esiliati e cinque carcerati.

Per il governatore Farini è necessario rispettare “la religione ed i suoi ministri”, ma occorre anche esigere “con la massima fermezza” che le leggi dello stato vengano osservate da tutti, religiosi compresi.

Approfondimenti
  • Clero e partiti a Bologna dopo l'Unità, Bologna, Sezione arti grafiche Istituto Aldini-Valeriani, 1968, pp. 10-12
  • Giacomo Margotti, Memorie per la storia de' nostri tempi dal congresso di Parigi nel 1856 ai primi giorni del 1863, Torino, Stamp. dell'Unione tipografico-editrice, vol. 3., 1864, p. 293