Ricordo del "Liber Paradisus"

31 maggio 2007, 00:00

Nel cortile d’onore di Palazzo d’Accursio il sindaco Cofferati scopre una lapide a ricordo del Liber Paradisus. Si tratta di un “memoriale” dei servi e delle serve liberati dal Comune di Bologna, redatto nel 1257 da quattro notai e ora conservato all’Archivio di Stato. La città fu così la prima al mondo a bandire la schiavitù.

Il 25 agosto 1256 i cittadini di Bologna furono chiamati ad adunata nella piazza Maggiore dal suono del campanone dell’Arengo. Il Podestà ed il Capitano del popolo annunciarono la liberazione di 5.855 servi, appartenenti a 403 signori.

Essi furono riscattati con il pagamento, da parte del Comune, di 54.014 lire d'argento bolognesi : 10 per i maggiori di 14 anni e 8 per i bambini.

Il nome Paradisus deriva dall’incipit del memoriale: “Un paradiso di gioia creò al principio Dio onnipotente, in esso pose l’uomo che aveva plasmato e ornò il suo corpo di una candida veste donandogli un’assoluta e perenne libertà”.

Il bando della schiavitù da Bologna è ricordato anche da un affresco di Adolfo de Carolis nel salone del palazzo del Podestà.

Approfondimenti
  • S. Battistini, Corradino Sclariti. Liber Paradisus, 1257, in Duecento: forme e colori del Medioevo a Bologna, a cura di Massimo Medica, Venezia, Marsilio, 2000, pp. 227-229
  • Bologna. Parole e immagini attraverso i secoli, a cura di Valeria Roncuzzi e Mauro Roversi Monaco, Argelato (BO), Minerva, 2010, pp. 122-123
  • Giuseppe Coccolini, Bologna 1256: la prima città che ha liberato gli schiavi, in "Strenna storica bolognese", 1989, pp. 121-138
  • Giuseppe Coccolini, I dieci primati di Bologna, in "Strenna storica bolognese", 2002, pp. 147-177
  • Carlo Donati, Strada Nove. La via Emilia e le sue curve, Ancona, Affinità elettive, 2020, vol. 1., pp. 279-280

  • Liber paradisus. Con le riformagioni e gli statuti connessi, a cura di Francesco Saverio Gatta e Giuseppe Plessi, Bologna, Tip. L. Parma, 1956
  • Arturo Palmieri, Sul riscatto dei servi della gleba nel contado bolognese, Roma, presso la Direzione dell'Archivio giuridico, 1906