Rapporti tra massoneria e fascismo

27 febbraio 1921, 00:00

La massoneria bolognese fiancheggia il fascismo, non senza contrasti interni. Alcuni importanti esponenti, come Aldo Oviglio (1873-1942) e Eugenio Jacchia (1869-1939), ne sottolineano la funzione antisocialista.

Jacchia, Venerabile della loggia “VIII Agosto” di vicolo Bianchetti, considera l'azione delle squadre “una vera fortuna”, perché ha liberato la città “da una mano di delinquenti e di pazzi”.

Alle elezioni del maggio 1921 le logge sosterranno la lista fascista, comprendente il nome di Benito Mussolini. L'atteggiamento muterà e l'alleanza sarà rotta nel 1923, dopo che il Gran Consiglio avrà stabilito l'incompatibilità tra massoneria e fascismo.

Approfondimenti
  • Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune-ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, pp. 178, 354, 356-357
  • Carlo Manelli, La massoneria a Bologna dal 12. al 20. secolo, Bologna, Analisi, 1986
  • Nazario Sauro Onofri, Gli anni della dittatura (1920-1943), in: Storia di Bologna, a cura di Renato Zangheri, Bologna, Bononia University Press, 2013, vol. 4., tomo 2., Bologna in età contemporanea 1915-2000, a cura di Angelo Varni, p. 410
  • Antonio Senta, Rodolfo Vittori, Guerra civile. Bologna dal primo dopoguerra alla marcia su Roma (1919-1922), Milano, Zero in condotta, 2024, p. 156 (A. Oviglio)