Rapimento del reggente di Zocca e arresto di Zosimo Marinelli

27 novembre 1943, 12:00

Il 27 novembre il reggente del fascio di Zocca Vincenzo Minelli si presenta con una squadra di camerati all’abitazione di Zosimo Marinelli, esponente dell’Azione Cattolica e oppositore del regime.

Nato a Montombraro (o Monteombraro) da una famiglia di agricoltori, Zosimo ha partecipato alla grande guerra e quindi si è laureato in ingegneria. La direzione di una miniera di zolfo in Sicilia gli è stata tolta per il suo rifiuto ad iscriversi al Pnf.

Dopo la caduta del fascismo ha attivato contatti con esponenti del Partito d’Azione bolognese e dopo l’8 settembre si è impegnato a sostenere la renitenza dei giovani ai bandi di arruolamento della RSI.

All’intimazione dei fascisti che vanno ad arrestarlo accorrono in suo aiuto alcuni partigiani azionisti nascosti in una macchia di bosco vicino alla sua villa. Gli aggressori si danno alla fuga, ma il reggente Minelli viene catturato e più tardi fatto sparire. Marinelli si allontana con la famiglia da Montombraro.

Come reazione alla cattura del reggente, i fascisti di Modena organizzano una spedizione punitiva guidata dal commissario federale Giovanni Tarabini Castellani. La villa di Marinelli viene devastata. Sono arrestate un centinaio di persone, tra le quali la moglie e le tre figlie di Zosimo.

Dopo un mese di latitanza l’ingegnere è arrestato dai carabinieri di Zocca. Secondo un’altra versione si presenta spontaneamente per salvare la sua famiglia.

Il 27 gennaio 1944 sarà condotto al Poligono di Tiro di Bologna assieme a nove compagni e fucilato, dopo un processo-farsa, dalla banda del famigerato Tartarotti, per vendicare l’uccisione del federale di Bologna Eugenio Facchini da parte di alcuni gappisti. Prima di morire scriverà un’ultima lettera alla moglie:

"Il Tribunale ha pronunciato la mia sentenza di morte, ma sono tranquillo. Fa' che i miei figli siano onesti come quegli che se ne va a Dio. Ho perdonato e perdono tutti quelli che volontariamente o involontariamente hanno procurato a me questo estremo passo. Nessuno cerchi né pensi a vendetta, ma si pensi e si chieda a Dio la rassegnazione, la pace".

Ai figli chiederà di "amare la chiesa, la famiglia, la terra che ho tanto amato" e li solleciterà ad aiutare i poveri "ravvisando nel loro volto il volto rattristato di Cristo”.

Nel 2009 il Presidente della Repubblica Napolitano assegnerà a Zosimo Marinelli la Medaglia d’Oro al Merito Civile alla memoria (motivazione).

Approfondimenti
  • Pier Giorgio Ardeni, Cento ragazzi e un capitano. La brigata Giustizia e Libertà Montagna e la Resistenza sui monti dell'alto Reno tra storia e memoria, con la collaborazione di Francesco Berti Arnoaldi Veli, premessa di Luciano Casali, Bologna, Pendragon, 2014
  • Ermanno Gorrieri, La repubblica di Montefiorino. Per una storia della Resistenza in Emilia, Bologna, Il mulino, 1966, pp. 107-109
  • Alberto Leoni, Stefano R. Contini, Partigiani cristiani nella Resistenza. La storia ritrovata (1943-1945), Milano, Ares, 2022
  • Alberto Mandreoli, Il fascismo della Repubblica Sociale a processo. Sentenze e amnistia (Bologna 1945-1950), Trapani, Il Pozzo di Giacobbe, 2017, pp. 56-57
  • Gabriella Manelli, La Medaglia d’Oro al Merito Civile a Zosimo Marinelli, in: "Patria indipendente", 18 luglio 2010, p. V