Provvedimenti "stante la carestia"

16 febbraio 1816, 12:02

La carestia che imperversa in Emilia è causa di speculazioni e tumulti. A Rimini e a Forlì la popolazione si ribella contro il caroviveri. A Parma il governo ducale istituisce un segnale per i mendicanti autorizzati e arresta i vagabondi.

Un editto del Delegato pontificio sancisce a Bologna l’obbligo di denunciare le quantità di grano, frumento, riso, farine detenute, pena una multa di 5 lire a corba.

Viene inoltre istituita una commissione speciale straordinaria, che giudica senza appello e con procedimento sommario i delitti comuni, i tumulti e “i delitti di monopolio”.

Il 13 marzo verrà emesso in città il divieto di “questuare sotto qualunque pretesto” dopo l'Ave Maria, pena l'arresto e il carcere.

I gendarmi saranno incaricati di espellere da Bologna tutti gli accattoni “appartenenti a Esteri Dominj”.

Approfondimenti
  • Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 1: 1801-1825, p. 874