Costruire ferrovie con i disoccupati "oziosi"

dal 1 gen al 31 dic 1847

Il Ragioniere Capo del Municipio di Bologna Angelo Ferlini presenta all'autorità centrale una proposta economica per la costruzione della rete ferroviaria nello Stato Pontificio.

Esperto di finanze, Ferlini ritiene che l'impiego di grandi masse di lavoratori nell'impresa delle ferrovie serve ad affrontare il grave problema della disoccupazione.

Propone quindi che i comuni si facciano carico della realizzazione di singoli tronchi ferroviari, dando lavoro a tutti coloro che sono mantenuti “oziosi nelle carceri e in alcuni Stabilimenti, costosissimi e pregiudicevoli all'industria e al buon costume”.

A Bologna, ad esempio, la Casa di Beneficenza ospita circa 500 persone al giorno, dando loro un sussidio assolutamente insufficiente, che le costringe alla questua o peggio ancora a “mezzi illegittimi”.

La proposta Ferlini sarà accolta per il momento con freddezza. Nel 1850 verrà unita a quella dei principi Conti e Altieri ed otterrà una iniziale concessione.

Nel governo pontificio è ancora diffusa la diffidenza verso le strade ferrate, che papa Gregorio XVI definiva "chemin d'enfer", storpiando il termine francese.

Approfondimenti
  • Clemente Altieri, Cosimo Conti, Angelo Ferlini, Programma per la gran linea di via ferrata negli Stati pontifici diretta alla congiunzione dei due mari e di Bologna con Roma, Bologna, Società tipografica bolognese, 1850
  • Elena Gottarelli, Urbanistica e architettura a Bologna agli esordi dell'Unità d'Italia, Bologna, Cappelli, 1978, pp. 37-38
  • La Piazzola. 1390-1990. Il mercato, la città, a cura di Simonetta Raimondi, Bologna, Grafis, 1990, p. 60
  • Nerio Zanardi, Capitoli bolognesi della storia d'Italia. Da Irnerio a Carducci, Bologna, Patron, 1997, p. 386