Piazza Aldrovandi e la sera d'ottobre
hanno sposate le bellezze loro;
ed è felice l'occhio che le scopre.L'allegra ragazzaglia urge e schiamazza
che i bersaglieri colle trombe d'oro
formano il cerchio in mezzo della piazza ...
(U. Saba)
Piazza Aldrovandi è il risultato della colmatura del fossato delle antiche mura del Mille e prese il nome di Seliciata (salghé in bolognese) di Strada Maggiore. Nel 1874 venne intitolata al celebre medico e naturalista Ulisse Aldrovanti, fondatore nel '500 dell'Orto Botanico di Bologna.
Guardandola da Strada Maggiore, si apre fra due palazzi prestigiosi: a sinistra palazzo Bianchetti, del XV secolo, rimodernato nel 1790 dall'architetto Angelo Venturoli; a destra palazzo Davia Bargellini, del XVII secolo, caratterizzato da due gigantesche cariatidi.
Le fiancate dei due palazzi formano i lati della prima parte della piazza, che prosegue differenziandosi, in modo non troppo stridente, con strutture più moderne a sinistra e il vecchio borgo porticato sulla destra. In questo largo d'atmosfera "parigina"
è bello passeggiare sotto i diciassette ippocastani che d'estate allargano una grand'ombra, magari alla ricerca di un libro raro in una famosa libreria antiquaria, o fare la spesa con tutta calma fra odori che rievocano la campagna e il mangiar genuino.
A chiudere la piazza verso via San Vitale sono uno dei torresotti superstiti delle mura del Mille e il palazzetto Scagliarini Rossi, dietro al quale si apriva un tempo il famoso giardino della contessa Rossi Martinetti, la "Venere bruna" amata da Foscolo e Canova.
Nel 1877 piazza Aldrovandi, già da alcuni anni stazione delle carrozze (i fiacres), fu interessata dal trasloco del mercato delle erbe da piazza Maggiore, deciso dal Comune "per il bene del decoro urbano". Vi fu costruita una tettoia di legno, destinata a contenere i posteggianti sgomberati.
Il "grottesco baraccone" (Testoni) rimase molto poco e lasciò il posto ai chioschi dei fruttivendoli, che secondo la storica dell'arte Anna Maria Matteucci erano "magari poco igienici, ma leggeri, rispettosi della piazza", al contrario dei chioschi più moderni, che sembrano villette e formano una barriera visiva insuperabile tra il portico e lo spazio aperto, spezzando l'antica armonia.
La caserma dei bersaglieri
Dalla parte di strada Maggiore il fondale della piazza è occupato dal quadriportico dei Servi. Fino al 1849 in questo spazio vi era la chiesina di San Tommaso della Braina. L'antico convento dei Servi fu trasformato, fin dall'epoca napoleonica, in caserma e nel '900 ospitò, con ingresso in via Magarotti, il 6° Reggimento Bersaglieri.
Sono "i bersaglieri colle trombe d'oro", protagonisti della poesia di Umberto Saba, che a Bologna fu ospite tra il 1912 e il 1914 e scrisse quasi tutti i versi de La serena disperazione. "Dai monti alla pianura"... "convengono a una sola vita dura" i ragazzi in divisa, che in questo periodo di nazionalismo e irredentismo rappresentano per tanti giovani - e anche per il poeta triestino - l'Italia intera.
Sono i soldati dall'elmo piumato, che nel 1942, durante la campagna di Russia, combatterono e vennero decimati sul fronte del Don, come illustra il bassorilievo di Farpi Vignoli di fianco all'ingresso della caserma. A ricordo del loro sacrificio, nel 1956 via Magarotti fu intitolata via dei Bersaglieri.
- Bologna nelle sue cartoline, a cura di Antonio Brighetti, Franco Monteverde, Cuneo, L'arciere, 1986, vol. 2: Vedute della città, p. 82 (foto)
- Bologna, una volta. Immagini e memorie tra nostalgia e... rabbia, annotazioni e spunti raccolti da Oriano Tassinari Clò, Bologna, Associazione Genitori Porta Lame, 1987, p. 13
- Quanto hai lavorato per me, caro Fortuna! Lettere e amicizia fra Umberto Saba e Aldo Fortuna (1912-1944), a cura di Riccardo Cepach, Trieste, MGS press, Comune, Assessorato alla cultura, Servizio bibliotecario urbano, 2007, p. 29, 31
- Piazza Aldrovandi. Bologna, una piazza nella città, Bologna, DSE, 1998
- Filippo Raffaelli, I segreti di Bologna, Bologna, Poligrafici, 1992, pp. 9-10
- Le strade di Bologna. Una guida alfabetica alla storia, ai segreti, all'arte, al folclore (ecc.), a cura di Fabio e Filippo Raffaelli e Athos Vianelli, Roma, Newton periodici, 1988-1989, vol. 1., p. 16, 107
- Athos Vianelli, Le piazze di Bologna, Roma, Newton Compton, 2006, pp. 138-141