Per Shelley Bologna al chiaro di luna sembra scossa da un terremoto
Durante il suo viaggio in Italia il poeta inglese Percy Bysshe Shelley (1792-1822) fa una breve sosta a Bologna, che descrive in una lettera a Thomas Love Peacock, datata 9 novembre 1818.
Accompagnato da una guida vede una gran quantità di cose: chiese, palazzi, statue, fontane, dipinti. Al termine del giro paragona il suo cervello all'album di un architetto o a un negozio di stampe.
A palazzo Marescalchi apprezza alcuni dipinti di Correggio. Nella Pinacoteca dell'Accademia ammira le opere di Guido Reni e della scuola bolognese. Si sofferma sulla Santa Cecilia di Raffaello, in cui vede una unità e una perfezione impossibili da comunicare.
La passeggiata serale lo gratifica in modo particolare. L'effetto dei portici al chiaro di luna è per lui "sorprendentemente interessante".
Vede le due torri come brutti edifici in mattone che pendono in direzioni diverse. Con l'illusione della luce lunare gli sembra che la città sia scossa da un terremoto ("rocked by an earthquake").
Shelley sarà ancora di passaggio a Bologna il 6 agosto 1821. Arriverà al mattino da Ravenna in considerevole ritardo rispetto al previsto a causa di un rovinoso incidente stradale, ma per fortuna in buona salute.
- The Oxford Handbook of Percy Bysshe Shelley, a cura di Michael O'Neill, Anthony Howe, Oxford, Oxford University Press, 2013, p. 597
- Monica Preti Hamard, Ferdinando Marescalchi, 1754-1816. Un collezionista italiano nella Parigi napoleonica, Bologna, Minerva, 2005, p. 184
- The Prose Works of Percy Bysshe Shelley, a cura di Harry Buxton Forman, London, Reeves and Turner, 1880, vol. 4., pp. 49-56, 210-211
- With Shelley in Italy, a cura di Anna Benneson McMahan, Chicago, McClurg, 1905, pp. 64-66