Si estende sul versante sinistro della valle del Savena e lambisce per un breve tratto le sponde del torrente. Il nome è legato all’antica casata bolognese dei Paleotti, che a lungo gestirono i terreni che risalgono la collina fino alla bella chiesa di Jola. Il Savena ha da sempre condizionato l’economia della zona, in cui spiccava la presenza di un antichissimo mulino, oggi scomparso, che prolungò la sua attività fino all’ultima guerra, ricevendo i prodotti dei fertili terreni di fondovalle. Divenuta di proprietà comunale nel 1973, l’area, che ha una superficie di 21 ettari, mantiene ancora l’impronta del passato: sentieri che ricalcano vecchie cavedagne separano grandi prati e seminativi, spesso attraversati da filari di alberi da frutto e aceri campestri (un tempo usati come sostegno della vite). Soltanto lungo il corso del Savena e sulle pendici più acclivi crescono lembi di bosco naturale in cui, accanto ad alberi e arbusti spontanei della bassa collina, compaiono varie specie estranee legate alla secolare presenza dell’uomo.
Approfondimenti
- Centro Villa Ghigi (a cura), Parchi e giardini di Bologna. Una guida sul verde della città, Bologna, Compositori, 1996, p. 241
- Orfeo Facchini, Imelde Bentivogli, Andar per chiese e castelli: Jola, Monte Calvo, Musiano, Paderno, Rastignano, Roncrio, Sabbiuno di Montagna, Pieve del Pino, Brento, Sesto, Carteria, Bologna, Renografica, 1993
- Maria Teresa Maschio, Il Paleotto. Suggestioni del passato lungo l'itinerario dei Gessi. Dal paleolitico all'insediamento romano, Bologna, Re Enzo, 1993