Poi Mattei-Venturoli. La facciata, riformata da Edoardo Collamarini nel 1912, conserva l'antico portico cinquecentesco con colonne ottagonali e pilastri e una porta d'ingresso centinata con modanatura barocca di macigno. Lo stile dei loggiati interni rivela l'origine cinquecentesca del palazzo con colonne e ricchi capitelli; sullo sfondo prospettico si apre un giardino con un artistico pozzo in ferro battuto. Al piano terra sono presenti vari saloni affrescati con decorazioni settecentesche e due sovraporte ottocentesche di Coriolano Vighi. Al piano nobile si trovano: un ampio salone con ricco camino e pittura di scuola carraccesca raffigurante Giove tonante; un corridoio con volta a botte decorata con pitture seicentesche; varie sale con decorazioni settecentesche alcune attribuite a Carlo Lodi e una galleria dipinta da Giovanni Benedetto Paolazzi. Ai conti Mattei si deve la ristrutturazione novecentesca, che unì il palazzo con la casa di via Begatto 1, appartenuta al celebre pittore Angelo Michele Colonna.
Il palazzo è denominato anche Conti Castelli (n.d.r.)
- Umberto Beseghi, Palazzi di Bologna, 2. ed., Bologna, Tamari, 1957, p. 310
- Luigi Bortolotti, Bologna dentro le mura. Nella storia e nell'arte, Bologna, La grafica emiliana, 1977, p. 144
- Mario Facci, Il conte Cesare Mattei. Vita e opere di un singolare guaritore dell'Ottocento, inventore dell'elettromeopatia, costruttore della Rocchetta di Riola, Porretta Terme, Gruppo di studi alta valle del Reno-Nueter, Gruppo di studi Savena Setta Sambro, 2002
- Palazzi bolognesi. Dimore storiche dal Medioevo all'Ottocento, introduzione di Eugenio Riccomini, Zola Predosa, L'inchiostroblu, 2000, pp. 70-71
- Giancarlo Roversi, Palazzo Bolognetti. Un esuberante repertorio di decorazioni in macigno, s.l., s.e., 1990