Morte di Umberto Armaroli

7 aprile 1944, 00:00

Il partigiano Umberto Armaroli (1913-1944) è arrestato il 4 aprile e incarcerato nella casa del fascio di Calderara di Reno e poi nella caserma dei carabinieri di Borgo Panigale. Qui viene a lungo torturato da militi della Guardia Nazionale Repubblicana.

Secondo una versione viene gettato dalla finestra, secondo la motivazione della Medaglia d'Argento al V.M. che gli verrà assegnata, preferisce il suicidio alla confessione: “pur fiaccato nel fisico, trovava la forza di saltare da una finestra, sfracellandosi sul selciato sottostante”.

Operaio e fiduciario di fabbrica comunista alla Sabiem-Parenti, “dotato di una forte personalità politica e di un coraggio eccezionale”, Armaroli era uno degli organizzatori della Resistenza a San Giovanni in Persiceto e a Calderara di Reno.

Durante un'azione all'aeroporto di Borgo Panigale si è impadronito con la sua squadra “di notevole quantità d'armi e munizioni che consentivano ripetute azioni di guerriglia e di sabotaggio”.

Alla sua memoria sarà intitolato un battaglione della 63a Brigata Garibaldi “Bolero”.

Approfondimenti
  • Luciano Bergonzini, La svastica a Bologna. Settembre 1943-aprile 1945, Bologna, Il mulino, 1998, p. 65
  • Raffaele Gandolfi, I fiduciari di fabbrica: l'attività degli operai comunisti all'interno del sindacato fascista a Bologna, Milano, La pietra, 1980, p. 27
  • La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1980, vol. 5., a cura di Luciano Bergonzini, pp. 725-726