Morte dell'aviatore bolognese Umberto Clerici
Un aereo militare Caproni, partito alle 9 del mattino del 18 luglio dal campo di volo del Battaglione Squadriglie Aviatori di Aviano (PN), precipita a Poncarale, nei pressi di Brescia, per un'avaria all'elica.
Assieme al capitano dei Cavalleggeri Umberto Clerici (1883-1916) muoiono anche il secondo pilota, il mitragliere e il motorista.
Pioniere del volo aereo, da ragazzo Clerici fu attivo nella Virtus di Bologna, partecipando, dal 1897 al 1904, a numerose gare di atletica.
Abbandonò in seguito gli studi universitari per abbracciare la carriera militare in cavalleria. Qui praticò con profitto lo sport dell'equitazione, aggiudicandosi vari concorsi ippici nazionali.
Nel 1912 cominciò a frequentare la scuola di aviazione di Aviano e nel febbraio 1913 ottenne il brevetto di pilota militare, dopo aver partecipato con successo al raid Aviano-Bologna e ritorno (500 km), battendo il record della distanza.
In quell'anno fu protagonista di vari raid aerei, compreso la Torino-Asti-Alessandria-Torino, nella squadriglia di Francesco Baracca.
Fin dall'inizio della guerra mondiale prese parte a numerose incursioni e sostennne brillanti combattimenti aerei “dove sempre rifulse il suo ardire, il suo valore, il risoluto coraggio di cui era animato”.
Il 18 febbraio 1916 partecipò al “glorioso raid” su Lubiana, che gli valse la Medaglia d'Argento al V.M. Un'altra medaglia gli fu assegnata per un'azione valorosa compiuta in Trentino pochi giorni prima del mortale incidente.
Qui eseguì ripetuti bombardamenti, “lottando spesso col maltempo e volando a bassa quota per colpire obbiettivi nonostante l'intenso fuoco delle artiglierie austriache”.
- Il mito della V nera, a cura di Achille Baratti, Renato Lemmi Gigli, Bologna, Poligrafici L. Parma, 1972, pp. 208-209