Misure contro il colera

26 luglio 1831, 00:03

Nell'estate 1831 ricompare in Lombardia il colera, forse veicolato dai soldati austriaci accorsi a domare le rivolte di primavera. Dal 26 luglio si hanno casi a Milano, Abbiategrasso e Magenta e il morbo si diffonde rapidamente nel Regno di Sardegna e in Svizzera.

A Bologna, in base al Regolamento generale intorno alle malattie epidemiche, adottato nell'occasione, vengono presi severi provvedimenti: la Commissione Provinciale di Sanità fa allestire due lazzaretti, all'Abbadia e a San Michele in Bosco.

Sono istituiti cordoni sanitari per le persone e le merci provenienti dall'estero, con l'apertura di due grandi lazzaretti di confine, alla Cà di Scaricalasino (Monghidoro) per il traffico dalla Toscana e a Castelfranco per quello da Modena.

Sono inoltre istituite Deputazioni di Sanità in ognuna delle 23 parrocchie e Uffici di Soccorso nei quattro quartieri cittadini.

E' ordinata la disinfezione delle case e degli affetti personali dei malati e dei sospetti, e quella delle lettere e dei pacchi. La situazione di allarme sarà mantenuta fino al 30 dicembre 1835.

Approfondimenti
  • Clemente Fedele, Francesco Mainoldi, Bologna e le sue poste, Bologna, F. Mainoldi, 1980, p. 227
  • La geografia delle epidemie di colera in Italia: considerazioni storiche e medico-sociali, a cura di Antonio Tagarelli, Anna Piro, Mangone (Cosenza), CNR, Istituto di scienze neurologiche, 2002, p. 864
  • Fabio Giusberti, Franco Piro, Sergio Sabbatani, Acqua, ricchezza e salute. Il colera a Bologna nel XIX secolo, Bologna, Compositori, 1999, p. 61
  • Sergio Sabbatani, Fabio Giusberti, Franco Piro, Il colera a Bologna nel XIX secolo. Cenni sulle conoscenze scientifiche dell'epoca, in: "Le infezioni in medicina", 3 (1997), pp. 189-203