Massoneria e socialismo sono incompatibili

dal 1 al 30 aprile 1914

Il Congresso nazionale socialista di Ancona stabilisce l'incompatibilità tra l'iscizione al partito e l'adesione alla massoneria.

A Bologna escono dalla massoneria alcuni esponenti socialisti, tra cui Genuzio Bentini, Oreste Vancini e Mario Longhena, mentre altri, come Ugo Lenzi, Lodovico Farné e Giovanni Frascari dichiarano pubblicamente di rimanere fedeli all'Ordine.

Il PSI bolognese rinuncia ad espellerli, ma considera la loro lettera una “esplicita dichiarazione di dimissioni”.

Di fronte alle ripetute accuse di collusione con la massoneria, Francesco Zanardi dichiarerà la propria contrarietà "a tutte le forme che non hanno il libero, doveroso controllo della pubblica opinione".

Dopo un iniziale appoggio, la massoneria bolognese si trasformerà nella principale forza di opposizione all'amministrazione socialista negli anni della grande guerra.

Approfondimenti
  • Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune-ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, p. 177
  • Ferdinando Leonzio, Segretari e leader del socialismo italiano, Bratislava, Vydavateľstvo Divis-Slovakia, 2012, p. 40
  • Pane e alfabeto. Francesco Zanardi sindaco socialista di Bologna (1914-1919), a cura di Marco Poli, Bologna, Costa, 2014, pp. 55-57