Mademoiselle Raucourt al teatro Felicini

16 gennaio 1809, 00:03

Dal 16 gennaio al 25 marzo 1809 il teatro del Palazzo Felicini in via Barbaziana, aperto al pubblico dal 1763 e utilizzato soprattutto per accademie vocali e strumentali di dilettanti, ospita la Compagnie Imperiale d'Acteurs Francais, spedita in Italia dal governo transalpino con intenti propagandistici.

Essa ha come prima attrice Mademoiselle Raucourt (1756-1815), molto stimata da Napoleone, un tempo altrettanto famosa per il suo talento che per la sua bellezza.

Si tratta di una esperienza unica e assolutamente interessante per i bolognesi appassionati di teatro: in quaranta serate è proposto, in lingua originale, un panorama completo della produzione teatrale francese, da Molière a Duval.

Per l'occasione il teatro è sempre molto affollato. C'è chi commenta che "non si può desiderare di impegnare meglio le ore oziose della sera".

Approfondimenti
  • Adriano Bacchi Lazzari, Giuliano Musi, Bologna all'Opera. Le voci più prestigiose nate sotto le Due Torri dal 1600 al 1980, Bologna, Minerva, 2016, p. 36 (Teatro cit.: Marsigli)
  • Filippo Bosdari, La vita musicale a Bologna nel periodo napoleonico, in: “L’Archiginnasio”, 4 (1914), p. 228
  • Marina Calore, A scuola di teatro. Vicende di dilettanti bolognesi nel primo trentennio dell'Ottocento, in: Gioachino in Bologna. Mezzo secolo di società e cultura cittadina convissuto con Rossini e la sua musica, a cura di Jadranka Bentini e Piero Mioli, Bologna, Pendragon, 2018, p. 168
  • Marina Calore, Il teatro Felicini da S. Salvatore e i suoi dilettanti, in: “Il carrobbio”, 13 (1987), pp. 92-93
  • In scena a Bologna. Il fondo Teatri e spettacoli nella Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna, 1761-1864, 1882, inventario e indici a cura di Patrizia Busi, Bologna, Comune, 2004, pp. 395-408
  • Maria Chiara Mazzi, Alla ricerca dei teatri perduti di Bologna a nord ovest della Via Emilia, Bologna, in riga edizioni, 2020, pp. 20-21
  • Risorgimento e teatro a Bologna 1800-1849, a cura di Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Patron, 1998, p. 16