Luigi Marchesini direttore delle fabbriche alla Certosa

dal 1 gen al 31 dic 1833

Nel 1833 l'architetto Luigi Marchesini (1796-1882) realizza il Colombario della Certosa, una delle parti più suggestive del cimitero ottocentesco. L'edificio è collocato dove erano antiche costruzioni claustrali e la vigna del monastero. Si compone di una grande sala a tre navate con abside finale e tre transetti.

Si tratta del terzo spazio coperto più vasto di Bologna, dopo le grandi basiliche di San Petronio e San Pietro. Lo stile è austero: le nude pareti sono unificate da una sequenza di metope e triglifi semplificati. L'apertura del lucernaio è una chiara allusione alla “luce eterna”.

Marchesini è impegnato alla Certosa fin dal 1820, come aiuto dell'ingegnere Giuseppe Tubertini (1759-1831). E' responsabile, con lui e con Angelo Venturoli (1749-1821), delle manomissioni dell'antico convento.

Oltre al Colombario, di sua mano sono il Loggiato delle Tombe, uno stretto corridoio collegato con altre sale, e la Sala delle Catacombe "capolavoro di equilibrio spaziale, di grande fascino e suggestione" (Martorelli).

Negli anni trascorsi alla Certosa, a fianco di Tubertini, al quale è succeduto nel 1831 come "direttore delle fabbriche", ha sviluppato anche un’attività di libero professionista, progettando monumenti per privati: le tombe di Vincenzo Patuzzi, Antonio Bentivoglio, Giuseppe Levi, Maria Marchi e altri.

All'esterno della Certosa, il suo intervento più notevole sarà la trasformazione, nel 1858, della chiesa di Sant’Isaia, in via De’ Marchi.

Approfondimenti
  • Arte fuori le mura. Aspetti del patrimonio culturale del quartiere Costa-Saragozza dal Medioevo all'età della restaurazione, a cura di Donatella Biagi Maino, Roberta Bianconi Ventura, Cristina Casali, Massimo Medica, Bologna, Tamari, 1985, p. 93

  • Beatrice Bettazzi, La città e il suo cimitero: i progetti per la Certosa, in: All'ombra de' cipressi e dentro l'urne... I cimiteri urbani in Europa a duecento anni dall'editto di Saint Cloud, Bologna, Bononia University Press, 2007, pp. 245-247
  • Francesco Ceccarelli, L'intelligenza della città. Architettura a Bologna in età napoleonica, Bologna, Bononia University Press, 2020, p. 111

  • La Certosa di Bologna, a cura di Giovanna Pesci, Bologna, Compositori, 2001, p. 41
  • La Certosa di Bologna. Un libro aperto sulla storia, Bologna, Museo civico del Risorgimento, 23 maggio - 5 luglio 2009, a cura di Roberto Martorelli, Bologna, Tipografia moderna, 2009, p. 61
  • Tiziano Costa, Grande libro dei personaggi di Bologna. 420 storie, Bologna, Costa, 2019, p. 118
  • Carlo De Angelis, Architettura monumentale del cimitero della Certosa. Genesi e trasformazioni nel secolo XIX, in: La Certosa di Bologna. Immortalità della memoria, a cura di Giovanna Pesci, Bologna, Compositori, 1998, p. 174
  • Le meraviglie di Bologna, vol. 6.: La Certosa, a cura di Giancarlo Bernabei, Bologna, Santarini, 1993, p. 20

  • Angelo Raule, Architetture bolognesi, 3. ed. riveduta e integrata, Bologna, Guidicini e Rosa, 1976, p. 107