Lo scandalo dei "pescicani" di guerra
Una grave frode coinvolge la Società dei Mulini Veneto Emiliani, che ha ottenuto l'appalto per la macinazione del grano dal Ministero della Guerra. Trattandosi del pane, alimento fondamentale nella dieta del popolo e dei soldati, lo scandalo dei “pescicani” ha una risonanza particolare.
L'accusa comprende varie irregolarità: aggiunta di acqua per accrescere il peso della farina, uso di polvere di mulino e scarti di lavorazione, furto delle migliori qualità di macinato.
Il processo si concluderà nel gennaio del 1916 con pesanti condanne per i principali imputati. Il quotidiano cattolico "Avvenire" commenterà che, dopo aver dato addosso al clero e ai cattolici, chiamandoli traditori austriacanti, alcuni fervidi interventisti, "ebrei e massoni della più bell'acqua", frodatori dell'erario, erano ora ospiti delle patrie galere.
- Fabio Degli Esposti, La grande retrovia in territorio nemico. Bologna e la sua provincia nella Grande Guerra (1914-1918), Milano, Edizioni Unicopli, 2017, pp. 333-334
- Pane e alfabeto. Francesco Zanardi sindaco socialista di Bologna (1914-1919), a cura di Marco Poli, Bologna, Costa, 2014, pp. 98-100
- Marco Poli, Cose d'altri tempi. Frammenti di storia bolognese, Bologna, Minerva, 2008, pp. 20-27
- Ragni. Una figura popolare della vecchia Bologna, 1867-1919, a cura di Enrico Ragni, Bologna, Tip. Gamma, 1969, p. 150 (Zerudela: Lo scandalo dei mugnai e calzolai)