L'Istituto del Buon Pastore

@ Via delle Lame, 83, 40122 Bologna (BO)
16 luglio 1854, 00:11

Don Giuseppe Pini fonda, nell'ex convento delle Convertite, un istituto che ne rinnova la tradizione, ospitando ragazze traviate, ex prostitute, donne moralmente in pericolo.

La Congregazione delle Convertite ebbe infatti origine nel 1559, quando, a seguito della predicazione quaresimale di padre Giacomo Formenti, una trentina di prostitute lasciarono il "mestiere" e vestirono l’abito carmelitano.

Esse abitarono per un certo periodo il convento di Santa Tecla, che poi divenne ospedale degli Incurabili. Il 12 settembre 1568, accompagnate dal card. Arcivescovo Paleotti, presero possesso della loro sede definitiva in via delle Lame.

Il Ritiro del Buon Pastore si dedicherà nel tempo all'assistenza di donne afflitte da gravi problemi personali, insegnando loro a leggere e avviandole a qualche mestiere manuale. Le prime educatrici saranno monache dell'ordine del Buon Pastore, istituite in Francia e in parte emigrate in Italia.

Nel 1855 riceverà da papa Pio IX una elargizione di 2.000 scudi e nel 1885 un Regio Decreto riconoscerà la Fondazione come Opera Pia.

La chiesa del Buon Pastore, mirabile opera postuma di Domenico Tibaldi (1541-1583), sarà l'unica struttura che rimarrà in piedi dopo i devastanti bombardamenti che colpiranno la zona durante la seconda guerra mondiale. In seguito sarà trasformata in Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno.

Approfondimenti
  • Augusto Aglebert, La riforma delle Opere Pie di Bologna e il loro passato, presente ed avvenire. Descrizione e proposte, Bologna, Regia Tipografia, 1874, pp. 52-53
  • Serafino Biffi, Sui riformatori pei giovani, in: “Memorie del Reale Istituto lombardo di scienze e lettere. Classe di lettere e scienze morali e politiche”, 11 (1870), pp. 147-148
  • Luigi Bortolotti, Bologna dentro le mura. Nella storia e nell'arte, Bologna, La grafica emiliana, 1977, p. 231
  • Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 491, nota 13
  • La città della carità. Guida alle istituzioni assistenziali di Bologna dal XII al XX secolo, a cura di M. Carboni, M. Fornasari, M. Poli, Bologna, Costa, 1999, p. 89
  • Domenico e Pellegrino Tibaldi: architettura e arte a Bologna nel secondo Cinquecento, a cura di Francesco Ceccarelli e Deanna Lenzi, Venezia, Marsilio, 2011
  • Andrea Farnè, Le opere pie a Bologna. Ruolo e storia della Compagnia de' Poveri Vergognosi, Bologna, Le coq, 1989, p. 66
  • Giovanni Massei, La scienza medica della povertà ossia La beneficenza illuminata, Firenze, coi tipi di M. Cellini e c., 1858, vol. 3., pp. 360-361
  • Nel nome di Bologna. Consulta tra antiche istituzioni bolognesi, a cura di Guglielmo Franchi Scarselli, Bologna, L'inchiostroblu, 2007, pp. 78-81
  • Pasticcio alla bolognese. Storie, storielle, fatti, fattacci, episodi, racconti, filastrocche, poesie, zirudelle, narcisate, cronache, discorsi e bazzecole, raccolti e disordinatamente raccontati da Gino Calari, Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, 2004, p. 282

  • Le strade di Bologna. Una guida alfabetica alla storia, ai segreti, all'arte, al folclore (ecc.), a cura di Fabio e Filippo Raffaelli e Athos Vianelli, Roma, Newton periodici, 1988-1989, vol. 2., p. 423