La libreria Cappelli in via Farini, con Otello Masetti (il caro Otello) allora capo commesso; lì ci si trovava a parlare e a cercare libri di poesia in tiratura limitata che via via si pubblicavano in giro. Da Cappelli capitava Antonio Meluschi, che è stato il primo vero scrittore incontrato.
(R. Roversi)
Licinio Cappelli, editore a Rocca San Casciano, capoluogo della Romagna toscana, dopo essere entrato in società con Luigi Beltrami per la conduzione della libreria Treves di via Farini, trasferì nel 1914 a Bologna anche la sede della casa editrice, nonché gli uffici amministrativi e il magazzino.
In quell'anno ottenne il brevetto della Real Casa Savoia. Di lì a poco entrò nella complessa vicenda della Zanichelli, rilevando per alcuni anni il marchio dell'editore carducciano, ma rinunciando con l'entrata in scena di Bemporad.
Tra le imprese editoriali di Cappelli vi furono l'opera omnia di Alfredo Oriani, autore all'epoca molto in auge, l'edizione critica delle opere di Leopardi, stampata tra il 1927 e il 1930 e quella nazionale degli scritti di Garibaldi, pubblicata in sei volumi tra il 1932 e il 1937. Presso Cappelli Italo Svevo pubblicò a sue spese, nel 1926, la prima edizione della Coscienza di Zeno, prontamente recensita da Bino Binazzi sul "Resto del Carlino".
Tra il 1932 e il 1938 Licinio fu podestà a Rocca San Casciano. La famiglia Cappelli sostenne sempre il regime, riuscendo però a sottrarsi alle epurazioni del dopoguerra.
La libreria fu frequentata da Pier Paolo Pasolini nei suoi anni bolognesi, assieme agli amici scrittori Sergio Telmon, Francesco Leonetti, Roberto Roversi, Giovanna Bemporad, Luciano Serra. Erano di casa anche gli scrittori antifascisti Renata Viganò e Antonio Meluschi.
Dal 1954 la Cappelli, guidata da Carlo Alberto - che fu editore e anche soprintendente del Teatro Comunale e dell'Arena di Verona - pubblicò una serie di collane dedicate al cinema mondiale e curate da Renzo Renzi. L'impresa fu definita da "Hollywood Reporter", autorevole periodico del settore, "la più importante serie di libri dedicati a film, nel mondo".
Oggi al posto della libreria c'è una profumeria. Dell'antico negozio rimangono gli scaffali sottoposti a vincolo di tutela e l'insegna con il ragno sulla parete del palazzo di Piazza Galvani.
- Il Liceo Galvani. Dall'Unità d'Italia a oggi, a cura di Meris Gaspari, Argelato, Minerva, 2016
- Pasolini e Bologna, a cura di Davide Ferrari e Gianni Scalia, Bologna, Pendragon, 1998, p. 93
- Renzo Renzi, La città sentimentale, Bologna, Edizioni della provincia di Bologna, 2005, pp. 35-39