Eccidio di Savignano

30 settembre 1944, 00:00

In località Famaticcia di Savignano, nel comune di Grizzana, in una boscaglia vicino ai binari della ferrovia Bologna-Porretta, le SS tedesche fucilano otto operai in servizio per l'organizzazione Todt.

Rastrellati in estate nella zona di Vergato e Grizzana, questi uomini erano addetti a scavare trincee e a costruire fortificazioni militari verso Pian di Casale, nell'Alta Valle del Reno.

Nel gruppo iniziale di nove vi sono Giovanni Accursi, Ettore Alessani, Augusto Bonaiuti, Alfonso Bruni, Dante e Mario Fornasini, Edoardo Nanni, Nino Palmieri, Adelmo Venturi.

La spiegazione dell'eccidio non è chiara: la notte precedente è stata cambiata la pattuglia, che di solito li sorvegliava e forse gli uomini, “vestiti malamente, portando a tracolla ciascuno la borsa di poche vivande per il pranzo” (Zanini), vengono scambiati per partigiani.

Le SS spogliano i prigionieri di tutto e fanno loro scavare la fossa prima di fucilarli. Alfonso Bruni rimane vivo sotto i cadaveri dei compagni e dopo la partenza dei soldati, trova rifugio e cure in un casolare vicino.

In questi giorni nella stessa località le SS fucilano Enea Macentelli, partigiano della 63a brigata Bolero e medico condotto a Grizzana.

Approfondimenti
  • Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune – ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, p. 247, 380
  • Giorgio Sirgi, Savignano 30 settembre 1944. Ignominioso eccidio di persone inermi da parte dell'esercito tedesco ed altri analoghi eccidi a Castel di Casio, Burzanella e Verzuno. Per non dimenticare, s.l., a cura dell'A., 2004
  • Dario Zanini, Marzabotto e dintorni, 1944, Bologna, Ponte nuovo, 1996, pp. 519-520