Le truppe imperiali entrano a Bologna

17 maggio 1849, 00:06

Una delegazione, che comprende la Commissione di governo, i capi della Guardia Nazionale e l'anziano arcivescovo Oppizzoni, firma il 16 maggio la resa della città davanti al conte Gorzkowski, regio generale di Cavalleria e futuro - odiato - governatore della città.

Le condizioni da lui dettate comprendono la consegna immediata delle porte San Felice, Galliera e Castiglione, il disarmo generale e la raccolta dell'artiglieria nel Palazzo Pubblico.

In cambio i bolognesi ottengono che nessuno venga punito, anche se ha impugnato le armi contro gli Imperiali. Nonostante l'accordo, il cannone tuona ancora nel pomeriggio, prima dell'occupazione austriaca delle tre porte e della Montagnola.

Il 17 maggio verso mezzogiorno le truppe imperiali entrano in città senza trovare resistenza e pongono bivacco sulla parte alta del giardino della Montagnola. Bologna è "tranquilla, ma silenziosa e mesta".

Un distaccamento austriaco sostituisce la guardia svizzera alla "gran guardia" del Palazzo municipale. Sulla torre Asinelli sventola la bandiera bianca.

Il bilancio dell'assedio di Bologna è di 58 morti e altri periranno a seguito delle ferite riportate.

Tra i difensori si sono distinti il marchese Luigi Tanari, comandante di un battaglione della Guardia civica, e il maggiore Augusto Aglebert.

Approfondimenti
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  • Pompeo Bertolazzi, Cronache risorgimentali. 1831-1849, a cura di Giovanni Guidi, Bologna, Costa, 1999, pp. 87-89
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