Le Cucine Popolari
Il 21 luglio apre in via del Battiferro la prima cucina popolare, una mensa voluta da Roberto Morgantini, vicepresidente dell'associazione “Piazza Grande” e sindacalista dell'ufficio stranieri della CGIL.
In occasione del suo matrimonio ha raccolto donazioni presso amici e conoscenti per avviare il suo progetto, quello di “creare una comunità attorno alla tavola”.
Le Cucine Popolari - in breve tempo si aggiungeranno quelle di via Sacco in San Donato e di via Berti al quartiere Porto - non sono infatti solo un semplice punto di erogazione pasti per persone in difficoltà, ma un momento di condivisione e di inclusione, in cui tutti, ospiti e operatori volontari, sono chiamati a collaborare e a dialogare.
Il vero tratto distintivo del progetto - del sogno - di Morgantini è l'inclusione sociale. Le Cucine Popolari nascono infatti “per riunire attorno a un tavolo sentimenti e storie di chi non si sente più parte di nessuna famiglia, di chi una famiglia l'ha persa o peggio ancora da essa è stato abbandonato”.
Per creare questo clima familiare e di fiducia si osservano semplici regole e si usano alcuni piccoli accorgimenti: tutti vengono accolti, sono utilizzate offerte volontarie di denaro e di cibo e non finanziamenti pubblici, ci si chiama per nome, i piatti e i bicchieri sulle tavole sono veri e non “usa e getta”, si favorisce la cucina degli avanzi, eliminando lo spreco di cibo.
Roberto Morgantini, Le Cucine Popolari, in: Bruno Damini, Buttami in pentola. La cucina degli avanzi per trasformare le zucche in carrozze, Bologna, Pendragon, 2019, pp. 9-10