Le cucine economiche popolari

dal 1 gen al 31 dic 1873

Promossa dalla Società Operaia, apre in Borgo Casse una cucina “economica“, con lo scopo di distribuire cibi pronti a prezzi popolari.

L'iniziativa ha subito un notevole successo: nei primi mesi di attività la mensa arriva a produrre circa 10.000 pasti al giorno - tra razioni di pane, minestre e pietanze - e sarà replicata in altri rioni cittadini.

Nuove cucine sorgeranno in via Mirasole, in vicolo Vinazzetti e in via del Carro con il concorso dell'Opera Pia dei Poveri Vergognosi, del Municipio, della Congregazione di Carità e della Cassa di Risparmio.

Queste prime esperienze avranno però vita breve: cesseranno la loro attività entro il 1888 per motivi economici. I costi sostenuti saranno infatti di gran lunga superiori ai finanziamenti delle istituzioni cittadine e alle somme offerte dalla beneficenza privata.

Inoltre lo scopo di far diminuire la mendicità e la microcriminalità originata dal bisogno sarà raggiunto solo in parte:

“Approfittarono le classi operaie della benefica istituzione mentre coloro che andavano elemosinando preferirono le bettole non appagandosi del frugal pasto e dell’acqua delle Cucine Economiche” (Aglebert).

Approfondimenti
  • Augusto Aglebert, La riforma delle opere pie e il loro passato, presente ed avvenire, Bologna, Regia Tipografia, 1874, p. 114
  • Luca Baccolini, Bologna che nessuno conosce. Luoghi insoliti e storie curiose che hanno fatto la storia della città dei portici, Roma, Newton Compton, 2020 (Pranzare a cinque centesimi)
  • Andrea Farnè, Le opere pie a Bologna. Ruolo e storia della Compagnia de' Poveri Vergognosi, Bologna, Le coq, 1989, p. 100
  • Gaetano Miti, Bologna il comune bottegaio: dai negozi di Zanardi all'Ente dei Consumi, Bologna, Patron, 2015, pp. 18-19
  • Marco Poli, Accadde a Bologna. La città nelle sue date, Bologna, Costa, 2005, p. 217