L'Asilo di Maternità e l'Ospizio degli Esposti

@ Via D' Azeglio 56 - Bologna
10 marzo 1860, 00:14

La Legge Ospedaliera di Carlo Farini affida al Corpo Amministrativo Centrale degli Ospedali di Bologna l’Ospizio degli Esposti, affiancandogli un Asilo di Maternità per l’assistenza alle donne gravide illegittime.

L’Ospizio era situato fino al 1797 nell’antico Conservatorio dei Bastardini di via San Mamolo. In seguito fu ospitato nell'ex convento benedettino soppresso di San Procolo, situato di fronte.

Al momento dell'Unità l'Ospizio provvede a mantenere, con le proprie rendite e grazie ai sussidi dei comuni, oltre duemila bambini, la maggior parte collocati presso balie e famiglie contadine.

Presso l'Ospedale dei Bastardini è in funzione la "ruota" nella quale circa duecento bambini all'anno vengono "esposti" in incognito dai genitori.

Un guardiano addetto alla ruota ritira il neonato, che è poi registrato e assegnato a una balia. La "ruota" ha la funzione di impedire l'abbandono dei bambini in strada o davanti alle porte delle chiese o dei conventi.

Il suo uso sarà abolito definitivamente solo nel 1923 dal Decreto sui Brefotrofi. A Bologna sarà dismessa del tutto nel 1873.

Con le nuove norme cambiano le funzioni dell’ospedale: dal solo ricovero degli esposti all’assistenza sia delle madri che dei bambini.

E' previsto infatti che, in questo luogo "appartato", le nubili ricevano "adeguata assistenza con ogni garanzia di riservatezza e conforto, per poter allattare nei primi mesi i loro nati senza preoccupazioni".

Pur mantenendo la sua sede nei locali dell’Ospizio degli Esposti, questo servizio alle madri assumerà sempre più il carattere di un nuovo istituto ospedaliero.

Nel 1939 l’Asilo di Maternità sarà classificato come Ospedale Specializzato per l’Ostetricia e la Ginecologia.

Approfondimenti
  • Augusto Aglebert, La riforma delle Opere Pie di Bologna e il loro passato, presente ed avvenire, Bologna, Regia Tipografia, 1874, pp. 24-25
  • I bastardini. Patrimonio e memoria di un ospedale bolognese, Bologna, Edizioni A.G.E., 1990
  • Umberto Beseghi, Introduzione alle chiese di Bologna, 2. ed., Bologna, Tamari, 1955, pp. 158-161 (ex convento di San Procolo)
  • Mauro Carboni, Profilo storico degli ospedali di Bologna e Ferrara, in: Le arti della salute: il patrimonio culturale e scientifico della sanità pubblica in Emilia-Romagna, a cura di Graziano Campanini, Micaela Guarino, Gabriella Lippi, Milano, Skira, 2005, pp. 81-82
  • Mario Fanti, San Procolo. Una parrocchia di Bologna dal Medioevo all'eta contemporanea, Bologna, Cappelli, 1983, pp. 154-185
  • Renzo Giacomelli, Il cuore di Bologna, Bologna, Tamari, 1968, pp. 247-248
  • Gianmario Merizzi, ... e tutta la città era in suoni. I luoghi della storia della musica a Bologna, Bologna, Comune di Bologna, 2007, pp. 54-55
  • Pasticcio alla bolognese. Storie, storielle, fatti, fattacci, episodi, racconti, filastrocche, poesie, zirudelle, narcisate, cronache, discorsi e bazzecole, raccolti e disordinatamente raccontati da Gino Calari, Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, 2004, p. 276

  • Marco Poli, Cose d'altri tempi. Frammenti di storia bolognese, Argelato, Minerva Edizioni, 2008, pp. 34-35
  • Umberto Rubbi, Cesare Zucchini, L'Ospizio Esposti e l'Asilo di Maternità, in Sette secoli di vita ospitaliera in Bologna, Bologna, Cappelli, 1960, pp. 401-417
  • Daniela Stefanizzi, L'ospedale di San Procolo o dei Bastardini di Bologna, in: Criminalità e controllo sociale a Bologna nell'Ottocento, a cura di Giovanni Greco, Bologna, Pàtron, 1998, pp. 161-170