Antonio Zannoni scopre i resti della città antica

dal 1 al 31 gennaio 1872

L'ing. Antonio Zannoni (1833-1910) comincia a rilevare in alcune zone del centro storico tracce di un grande abitato risalente a un periodo tra il X e il V secolo a.C.

Nel gennaio 1871, nel corso di lavori di ristrutturazione a Villa Bosi, in San Mamolo, rintraccia cinque fondi di capanne "con istoviglie proprie del loro periodo, insieme a ceramica e bronzi terramaricoli". Tracce di altre quattordici capanne saranno individuate poco lontano nel 1878, durante la costruzione del serbatoio dell’acquedotto.

Fino al 1890 l‘ingegnere faentino troverà circa 550 fondi di capanne, "assodate con palizzate e fango" e "collegate per cunicoli", la maggior parte delle quali con pianta rotonda e poche a pianta quadrata o rettangolare.

In queste ultime verranno rinvenuti molti manufatti, materiali villanoviani associati a ceramiche attiche, indice forse di una maggiore ricchezza dei loro abitanti.

Secondo i calcoli di Zannoni l'area della città preromana, dalla forma approssivativa di un quadrilatero, comprendeva tra le 10.000 e le 15.000 capanne. Il centro andava dalla riva dell'Aposa verso ovest fin quasi al Ravone.

Approfondimenti
  • Alla ricerca di Bologna antica e medievale. Da Felsina a Bononia negli scavi di via D'Azeglio, Borgo S.Lorenzo, All'insegna del Giglio, 2010
  • Edoardo Brizio, Monumenti archeologici della provincia di Bologna, Bologna, Tipografia Fava e Garagnani, 1881, p. 4
  • “Bullettino dell'Insituto di corrispondenza archeologica“, 1-2 (1878), p. 9, nota 1
  • Il museo civico archeologico di Bologna, a cura di Cristiana Morigi Govi, Daniele Vitali, Imola, University press Bologna, 1982, p. 20
  • Rassegna bibliografica, in: “Archivio storico italiano”, (1879), p. 110
  • Mario Zuffa, Scritti di archeologia, Roma, L'Erma di Bretschneider, 1982, p. 264, nota 7