La Strada del Jazz

@ Via Caprarie, 1/5, 40124 Bologna BO
17 settembre 2011, 00:00

Viene ufficialmente inaugurata la Strada del Jazz. E' via Caprarie, a lungo crocevia bolognese del jazz internazionale. Qui era il Disclub di Alberto Alberti, primo negozio in Italia dedicato esclusivamente al jazz e “vera e propria fucina organizzativa per l'attività jazzistica” in città.

Alberti, grande appassionato di questo genere musicale organizzò, a partire dal 1958 il Festival Jazz, che consacrò Bologna come una delle capitali europee di questa musica, prima di passare il testimone a Perugia e a Umbria Jazz.

Al civico 3 di via Caprarie viene murata una targa, che ricorda il Disclub, alla presenza del sindaco Merola e del regista Pupi Avati; sul marciapiede di sotto compare una stella dedicata a Chet Baker, uno dei più grandi musicisti jazz in assoluto, che Bologna praticamente adottò.

Nel 2012 la seconda stella sarà dedicata a Miles Davis, scelto tra un ristretto novero di grandi jazzisti ospiti del festival bolognese.

Un'altra stella sarà apposta al centro di via Orefici, omaggio a Lucio Dalla, che qui mosse i primi passi come musicista jazz.

Si profila, nelle intenzioni di Paolo Alberti, fratello di Alberto, la creazione di una piccola Hollywood Boulevard del jazz bolognese, con l'inaugurazione ogni anno di una nuova stella, in occasione di una festa musicale, che animerà per una sera le strade del centro cittadino.

Approfondimenti
  • Ivano Adversi, Buonanotte suonatori. Luoghi e protagonisti del jazz a Bologna, Argelato, Minerva, 2009
  • Lamberto Bertozzi, Giuliano Musi, Andavamo al Madison. Storia, leggenda e miti del PalaDozza, Argelato, Minerva, 2018, p. 114
  • Giampiero Cane, Bologna Jazz, Bologna, Ogni uomo è tutti gli uomini, 2007
  • Checco Coniglio, Jazz Band. Diario di un musicista sulle note della Doctor Dixie, Argelato (BO), Minerva, 2019, pp. 27-30, 392-395 (A. Alberti)
  • Nardo Giardina, Bologna, la città del jazz, Bologna, CLUEB, 2002
  • Nardo Giardina, La città del jazz, fotografie a colori di Luigi Nasalvi, Casalecchio di Reno, Grafis, 1992, p. 28