La Società del Casino

@ Palazzo Vizzani Sanguinetti
21 marzo 1809, 00:08

Il Casino dei Nobili di Bologna fu fondato nel 1776 ad imitazione dei circoli illuministi europei. Occupava una parte del pianterreno dell'antico palazzo senatorio della famiglia Rossi in via S. Stefano.

Era il luogo dove gli aristocratici, “separati da qualunque di condizione diversa”, potevano meglio esprimere “quella dignità che è propria dell'ordine loro”.

Soppresso nel periodo giacobino, fu riaperto nel 1798 come Casino Civico, grazie a Giuseppe Gambari e Filippo dal Fiume, rivolgendosi alla nuova borghesia democratica e filofrancese. La sede fu trasferita in via Santo Stefano 95 (poi 45).

Dopo la restaurazione austro-russa venne inaugurato di nuovo il 22 febbraio 1800 nel Palazzo Zagnoni di via Castiglione, con una gran festa da ballo e sotto il nome di Società degli Amici.

Il 21 marzo 1809 il sodalizio è rifondato - con la denominazione di Società del Casino - da un gruppo di dissidenti capeggiato dal principe Astorre Hercolani, avendo preso in affitto la parte migliore di Palazzo Vizzani in via Santo Stefano, già appartenuto al cardinale Prospero Lambertini.

La nuova sede è messa a nuovo con l'aiuto di pittori quali Felice Giani (1758-1823), che decora la sala principale, e Pietro Fancelli (1764-1850), socio dell'Accademia di Belle Arti, che affresca le camere annesse.

Dal 1810 l'ingresso sarà consentito anche a persone di estrazione borghese e si arriverà a oltre 400 iscritti, pur conservando una struttura verticistica che privilegia la nobiltà.

I nuovi soci cambieranno il clima di fondo delle serate - dalla serietà degli aristocratici alla “frivolezza” dei borghesi - e questa tendenza aumenterà con l'aggregazione di giovani privi di particolari titoli e referenze.

Nelle sale con mobili “di ultimo gusto” e ornamenti lussuosi, con apparati di raso e volte dipinte “con figure nude d'ogni sesso”, ci si dedica solo “al gioco, al ballo, agli amori, alla tavola, alla musica”.

Al sodalizio maschile è unita anche una Società delle Signore, che offre conversazioni settimanali e feste di carnevale, con l'eventuale presenza dei mariti.

Vi fanno parte alcune delle dame più in vista della città, come Cornelia Rossi Martinetti e Maria Malvezzi Hercolani.

Le signore intervengono "decentemente vestite", ma non in abito di lusso: devono conservare "una conveniente mediocrità, onde evitare una eccessiva disgustosa ineguaglianza".

Le accademie musicali, che si tengono alla domenica pomeriggio da febbraio a luglio, animate dal direttore artistico marchese Francesco Sampieri (1790-1863), vedranno esibirsi musicisti di fama, come Niccolò Paganini, protagonista nel 1811 di due concerti, e accoglieranno “i pezzi operistici più in voga e le partiture tipiche della musica frivola ottocentesca” (Roncuzzi).

Nella sala armonica della Società del Nobile Casino Stendhal assisterà a due "graziosissimi concerti" e ascolterà il duetto di Armida, diretto personalmente da un Rossini in gran forma, attorniato da uno stuolo di giovani ammiratrici.

Anche il Gabinetto di lettura, diretto dal conte Carlo Pepoli, avrà un ruolo importante nell'attività culturale del Casino. Esso metterà a disposizione dei soci, “sopra comodi tavolieri”, un notevole numero di testate italiane e straniere di carattere scientifico e letterario e contribuirà alla formazione culturale di alcuni protagonisti della vita politica cittadina.

Nel 1823, dopo l'acquisto di Palazzo Vizzani Lambertini da parte del conte Vincenzo Ranuzzi, la Società del Casino si trasferirà in Palazzo Bolognini-Amorini, in piazza Santo Stefano.

Approfondimenti
  • Silvia Benati, Un affresco politico-sociale: la Società del Casino (1809-1823), in: Negli anni della Restaurazione, a cura di Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Museo del Risorgimento, 2000, pp. 27-131, 106, nota 387 (C. Lambertini)
  • Silvia Benati, Mondanità e musica: la Società del Casino, in: Gioachino in Bologna. Mezzo secolo di società e cultura cittadina convissuto con Rossini e la sua musica, a cura di Jadranka Bentini e Piero Mioli, Bologna, Pendragon, 2018, pp. 357-359
  • Umberto Beseghi, Palazzi di Bologna, Bologna, Tamari, 1956, pp. 234-236
  • Bologna ai tempi di Stendhal, mostra iconografica, Bologna, 13-20 maggio 1972, introduzione e catalogo di Giancarlo Roversi, in: "L'Archiginnasio", 66-68 (1971-1973), vol. 2., p. 780, 796-797 (Nel 1811 il Casino ha sede in Palazzo Pepoli, per trasferirsi a Palazzo Bolognini Amorini attorno al 1830)

  • Gabriele Bonazzi, Informare, istruire, intrattenere, in: Gioachino in Bologna ... cit., p. 341

  • Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 386, note 141-142, 439, nota 15, 518, nota 45, 547, nota 30 (Società delle Signore)
  • Marina Calore, Attività musicali alla Società del Casino di Bologna, in: "Strenna storica bolognese", 49 (1999), pp. 149-172
  • Marina Calore, Bologna a teatro. L'Ottocento, Bologna, Guidicini e Rosa, 1982, p. 46
  • Marina Calore, Storie di teatri, teatranti e spettatori, in: In scena a Bologna. Il fondo Teatri e spettacoli nella Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna, 1761-1864, 1882, inventario e indici a cura di Patrizia Busi, Bologna, Comune, 2004, pp. 105-110 (F.G. Sampieri, Direttore della Musica)

  • Mario Fanti, Personaggi e società della Bologna stendhaliana, in: "L'Archiginnasio", 1971/1973, 66/68, v. 1, p. 96
  • Silvia Fornieri Marchesini, La Società del Casino, in: F.I.L.D.I.S., Cenacoli a Bologna, Bologna, L. Parma, 1988, pp. 61-71
  • Giuseppe Guidicini, Cose notabili della città di Bologna, ossia Storia cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, vol. 5., Bologna, Tipografia Militare già delle Scienze, 1873, p. 92
  • Giovanni Maioli, La Società del Casino in Bologna (1788-1864), in: "Atti e memorie della Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna", Fuori Serie, 4 (1938-39), pp. 61-105
  • Maria Chiara Mazzi, Quattro passi nei salotti di cultura nella Bologna del primo Ottocento, Bologna, in riga edizioni, 2019, pp. 49-54
  • Elena Musiani, Circoli e salotti femminili nell'Ottocento. Le donne bolognesi tra politica e sociabilità, Bologna, CLUEB, 2003, pp. 55-56
  • Elena Musiani, Scene di vita e rappresentazioni sociali in un carteggio tra amiche, in: Negli anni della Restaurazione, a cura di Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Museo del Risorgimento, 2000, pp. 201-202
  • Loris Rabiti, Il tocco di Polimnia. Maria Brizzi Giorgi, musicista, musa e mentore del giovane Rossini, introduzione di Antonio Castronuovo, Bologna, Pendragon, 2021, pp. 202-203, 305-307
  • Palazzo Ranuzzi Baciocchi sede della Corte d'Appello e della Procura Generale della Repubblica, Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Nuova Alfa editoriale, 1994, p. 148
  • Monica Proni, La Cronaca manoscritta di Francesco Rangone. Risvolti culturali e mondani a Bologna (1815-1830), in: “Il carrobbio”, 12 (1986), pp. 278-280
  • Valeria Roncuzzi Roversi-Monaco, La Società del Casino e l'Accademia dei Felsinei, in: Giacomo Leopardi e Bologna: libri, immagini e documenti, a cura di Cristina Bersani e Valeria Roncuzzi Roversi-Monaco, Bologna, Pàtron, 2001, p. 209-216
  • Rossini a Bologna, note documentarie a cura di Luigi Verdi, Bologna, Patron, 2000, p. 96
  • Giancarlo Roversi, Palazzi e case nobili del '500 a Bologna. La storia, le famiglie, le opere d'arte, Bologna, Grafis, 1986, pp. 68-69, 210
  • Fiorenza Tarozzi, Divertimenti e politica nella Bologna preunitaria: teatri, salotti, circoli borghesi, in: "Atti e memorie della Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna", Nuova Serie, 44 (1993), pp. 343–361 
  • Maria Gioia Tavoni, Tipografi, editori, lettura, in: Storia di Bologna, direttore Renato Zangheri, vol. 4., tomo 1., Bologna, Bononia University Press, 2010, p. 745