La Società dei Raggi

dal 1 gen al 31 dic 1804

La Società dei Raggi è l'associazione segreta più estesa nei territori italiani. Ha come scopo di liberare l'Italia dagli stranieri - Francesi o Austriaci che siano - e di formare una nazione indipendente, unendo i vari stati della penisola. Osservando le mosse delle “soldatesche“ nella repubblica i Cisalpini 

"si persuasero facilmente che la Francia tutt’altra cosa voleva piuttostoché l’indipendenza loro, e che, dalle parole in fuori, che erano veramente magnifiche, essi erano destinati a servitù o d’Austria o di francia. Allora s’accorsero che era per loro diventato necessario, seppure liberi e indipendenti volevano essere, il camminare con le proprie gambe” (Botta)

La setta è sorta alla fine del 1798 su iniziativa del conte Alessandro Savioli-Corbelli (1742-1811), illuminato di Baviera e massone, ed ha avuto a Bologna il centro più importante di diffusione.

I capi erano quasi tutti ufficiali superiori lombardi, come Pino, La Hoz (Lahoz), Teulié, Birago e tra gli affiliati molti erano fuoriusciti meridionali rifugiati nella Cisalpina. Nella sua prima fase la società ha prodotto il tentativo di La Hoz e poco più.

Ma dopo Marengo e il ritorno dei Francesi ha ripreso rapidamente vita e sembra conti più di 50mila affiliati.

La polizia napoleonica non dà grande peso alla sua azione politica: la chiama la Lega Nera o il partito degli Italici, degli Unitari o degli Indipendenti.

A Bologna Antonio Aldini forma il Casino degli Amici, raccogliendo i membri della Socetà dei Raggi. Esso è definito "una combriccola di massoni".

Anche dopo il parziale assorbimento dei suoi adepti nella burocrazia del Regno italico, la Società dei Raggi non si estinguerà del tutto.

Nel 1814 una parte dei membri del Casino degli Amici e della Società dei Raggi si riunirà in una Loggia massonica segreta, con Paolo Borelli come Maestro venerabile e Pellegrino Rossi come Segretario.

Dopo il crollo napoleonico, gli adepti dei Raggi continueranno la loro attività cospirativa. Altre società segrete erediteranno gli ordinamenti della Società, come i Guelfi, diffusi a Bologna e in Romagna, da alcuni considerati una riforma dei Raggi.

Approfondimenti
  • Aldo Berselli, Da Napoleone alla Grande Guerra, in: Storia di Bologna, direttore Renato Zangheri, vol. 4., tomo 1., Bologna, Bononia University Press, 2010, pp. 14-15
  • Fulvio Cantoni, Primi passi dell'azione liberale in Bologna (1818-1824), in: “Il Comune di Bologna”, 4 (1932), pp. 51-52
  • La Certosa di Bologna. Un libro aperto sulla storia, Bologna, Museo civico del Risorgimento, 23 maggio - 5 luglio 2009, a cura di Roberto Martorelli, Bologna, Tipografia moderna, 2009, p. 97
  • Carlo Manelli, La Massoneria a Bologna dal XII al XX secolo, Bologna, Analisi, 1986, pp. 39-40, 45-46
  • Giovanni Natali, Nota su la Società dei Raggi nel periodo napoleonico, in: "Atti e memorie della Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna", Nuova Serie, 7 (1955-56), pp. 295-306
  • Alberto Preti, Giornali, circoli, caffé: le idee di unità e di indipendenza a Bologna, in: Storia illustrata di Bologna, a cura di Walter Tega, Milano, Nuova ed. AIEP, 1989, vol. 3., p. 385
  • Gida Rossi, Bologna nella storia nell'arte e nel costume, Sala Bolognese, Forni, 1980, p. 493
  • Nino Samaja, Bologna giacobina, in: "L'Archiginnasio", 52 (1957), p. 141