Arrivano gli Alleati. L'esercito tedesco lascia Bologna
Nel pomeriggio del 20 aprile le truppe americane della 85a, 86a e 87a divisione fanteria giungono alla via Emilia presso Anzola. Nel paese ormai liberato, il giorno seguente un gruppo di fascisti cercherà di forzare un blocco stradale, facendo alcune vittime.
Verso ovest, tra Crespellano e Bazzano, gli Americani incontrano la tenace resistenza della 90a divisione Panzergrenadier, ultima riserva tedesca nella battaglia degli Appennini.
La località di Gessi nella valle del Lavino è raggiunta dal 337° rgt della 85a divisione fanteria, che dopo un cruento scontro a fuoco si spinge ad est verso Riale, completando l'aggiramento del caposaldo tedesco di Monte Capra e spianadosi la strada verso Casalecchio di Reno.
Anche unità corazzate della 6a divisione sudafricana e della 91a divisione di fanteria americana raggiungono Casalecchio di Reno proveniendo da sud lungo la strada Porrettana.
Tra il 20 e il 21 aprile l’intero 2° Corpo d'Armata americano attraversa velocemente la cittadina alla periferia ovest di Bologna, pesantemente bombardata fino al giorno precedente, e prosegue l'inseguimento dei Tedeschi verso nord-ovest, evitando di entrare in città.
Sul fianco destro del 2° Corpo il Gruppo "Legnano" attacca sulle colline della valle del Savena, tra Monte Armato e Riosto, e si congiunge con i reparti della 34a e 91a divisione americana, che occupano la zona a sud della città.
Nonostante l'ordine personale di Hitler “di difendere fino all'ultimo tutte le città importanti”, il generale von Senger und Etterlin rinuncia ad asserragliarsi a Bologna, soprattutto per evitare l'accerchiamento delle armate alleate.
Nella notte tra il 20 e il 21 aprile l'esercito tedesco abbandona le linee difensive alla periferia della città e inizia una rapida ritirata verso il Po.
Viene fatto saltare il ponte sul Savena e minata la centrale telefonica di via Goito. Solo poche unità di disturbo, formate soprattutto da russi bianchi e cosacchi, rimangono in retroguardia.
Le truppe e gli automezzi tedeschi dislocati a est della città transitano da porta Mazzini, ma evitano di entrare nel centro storico, minacciato dalle bande partigiane. Assieme ai resti della Wehrmacht fuggono molti dei collaboratori fascisti della RSI.
Una testimone nascosta a Porta Saragozza ricorderà: “Vedemmo i tedeschi lungo i viali che andavano via. Andarono avanti tutto il giorno e tutta la notte a passare”.
Un altro in viale Aldini racconterà che “per tutto il pomeriggio del 20 aprile passò una fila di tedeschi a piedi, una fila interminabile con dei carri e cavalli, dei carretti. Andavano verso porta Saffi per poi uscire dalla città”.
All'una e 45 minuti del 21 aprile le prime unità polacche attraversano l'Idice ed entrano a San Lazzaro, con l'aiuto di alcuni partigiani in fuinzione di guide.
Alle 4 e 15 minuti oltrepassano il Savena e raggiungono il confine orientale del comune di Bologna, scontrandosi alle Due Madonne con le retrovie tedesche.
Nella notte tra il 20 e il 21 aprile i soldati della 34a divisione USA avanzano da sud a bordo dei carri armati, oltrepassano Pianoro - ormai solo un cumulo di macerie - Rastignano e San Ruffillo. Alle 8,51 raggiungono le porte di Bologna, già liberata dai Polacchi.
- Paolo Bedeschi, Baricella 1943-1945. Un piccolo paese nella grande tragedia, Bologna, Minerva, 2010, pp. 83-88
- Luciano Bergonzini, La svastica a Bologna, settembre 1943-aprile 1945, Bologna, Il mulino, 1998, pp. 324-325
- Carlo Degli Esposti, Dal ricordo alla storia. Vite da telefonici bolognesi, Bologna, a cura dell'Autore, 1996, p. 16, ultima parte, pubbl. in: "La Torre della Magione", 2 (2014)
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Deputazione Emilia Romagna per la storia della Resistenza e della guerra di liberazione, L'Emilia Romagna nella guerra di liberazione, vol. 1: Luciano Bergonzini, La lotta armata, Bari, De Donato, 1975, pp. 377-378
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Werther Romani, Mauro Maggiorani, Guerra e Resistenza a San Lazzaro di Savena, San Giovanni in Persiceto, Aspasia, 2000, pp. 211-212
- Giacomo e Giuseppe Savini, Cinni di guerra. Memorie e fantasie dei bimbi che videro passare il fronte, Argelato, Minerva, 2020, pp. 83, 111-112