La repubblica partigiana di Montefiorino

18 giugno 1944, 00:00

Le forze partigiane modenesi e reggiane attaccano i presidi della GNR sull'Appennino e li costringono al ritiro. L'ultimo a cadere è il più importante, quello di Montefiorino: la mattina del 18 giugno i combattenti della Brigata Modena entrano nella rocca ormai deserta.

Si crea una zona libera nel territorio dei comuni di Montefiorino, Palagano, Frassinoro, Polinago nel modenese e Toano, Villaminozzo, Ligonchio nel reggiano. Qui i capifamiglia eleggono democraticamente nuove giunte amministrative, mentre dalla pianura affluiscono migliaia di partigiani in armi.

Il 25 giugno è eletta la giunta di Montefiorino. Viene nominato sindaco il comunista Teofilo Fontana, protagonista della resistenza modenese. Il 7 luglio si crea il Corpo d'Armata Centro-Emilia, forte di circa 7.000 uomini, al comando di Armando Ricci.

Tra le brigate provenienti dalla provincia di Bologna vi sono la Matteotti Montagna, una parte della Stella Rossa guidata Sugano Melchiorri e un forte nucleo di partigiani della 63a Brigata Garibaldi, tra i quali Corrado Masetti (Bolero).

La zona liberata, nelle immediate retrovie del fronte, è di importanza vitale per l'esercito tedesco e dopo poche settimane è attaccata in forze. L'offensiva si svolge tra il 31 luglio e il 6 agosto, sviluppandosi su tre direttrici, secondo lo schema classico del "rastrellamento ad anello".

Coinvolge oltre 5.000 soldati tedeschi e due battaglioni della GNR ben equipaggiati e dotati di mezzi blindati. Le formazioni partigiane sono costrette a rompere l'accerchiamento e a ripiegare nelle alte valli del Secchia e del Panaro o a scendere di nuovo in pianura.

Una buona parte dei combattenti buttano le armi e si danno alla fuga disordinatamente. I tedeschi effettuano ritorsioni dando alle fiamme diversi paesi, tra i quali Montefiorino.

Al termine della battaglia si contano circa 100 partigiani morti e oltre 200 civili prigionieri. L'esperienza della zona libera sarà ripresa nell'ottobre successivo in forma più ridotta, ma con una migliore organizzazione, e rimarrà in vita fino alla liberazione, nella primavera successiva.

Approfondimenti
  • Antifascismo e resistenza a Casalecchio di Reno. Documenti e testimonianze, a cura di Graziano Zappi (Mirco), Bologna, Libreria Beriozka, 1988, p. 154

  • Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune – ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, pp. 233-234, 373
  • Luigi Arbizzani, Guerra, nazifascismo, lotta di liberazione nel Bolognese, luglio 1943-aprile 1945. Fotostoria, 5. ed., Bologna, Edizioni della Provincia, 2005, pp. 80-81 (foto)
  • Luigi Arbizzani, La Repubblica di Montefiorino, in: La Resistenza racconta. Fatti e figure della guerra di liberazione, a cura di Paolo Pescetti e Adolfo Scalpelli, Milano, Il calendario del popolo editore, 1965, pp. 288-294
  • Ermenegildo Bugni (Arno), Riflessioni su due periodi storici. La Repubblica di Montefiorino, il dopoguerra, l'amnistia di Togliatti e il dopo..., a cura di William Pedrini, Bologna, ANPI, Comitato provinciale di Bologna, 2007
  • Deputazione Emilia Romagna per la storia della Resistenza e della guerra di liberazione, L'Emilia Romagna nella guerra di liberazione, vol. 1: Luciano Bergonzini, La lotta armata, Bari, De Donato, 1975, p. 173 sgg.
  • Ermanno Gorrieri, La repubblica di Montefiorino. Per una storia della Resistenza in Emilia, Bologna, Il mulino, 1966
  • Guerra e Resistenza sulla Linea gotica tra Modena e Bologna, 1943-1945, a cura di Vito Paticchia, Modena, Artestampa, 2006
  • Serena Lenzotti, La zona libera di Montefiorino. Luoghi della Resistenza nell'Appennino modenese-reggiano, Modena, Artestampa, 2009
  • Ada Tommasi De Micheli, Armando racconta, Milano, Vangelista, 1982
  • Touring club italiano, Emilia Romagna. Itinerari nei luoghi della memoria, 1943-1945, Milano, TCI, Bologna, Regione Emilia-Romagna, 2005, p. 88