La loggia "Felsinea"

22 febbraio 1866, 00:02

Sette persone, tra le quali il poeta Giosue Carducci, che ne sarà Maestro, fondano la loggia massonica “Felsinea” di Rito Scozzese Antico e Accettato, che nel marzo successivo entrerà a far parte del Grande Oriente Italiano (GOI).

Ha sede in alcune sale al pianterreno di palazzo Lambertini, in via del Poggiale (poi Liceo Minghetti), e si schiera su posizioni democratiche e “garibaldine”, vicine a quelle della loggia milanese guidata da Ausonio Franchi.

Ne fanno parte persone che hanno "una posizione sociale molto eminente nel mondo profano", intellettuali e leader democratici come Giuseppe Ceneri, Quirico Filopanti, Francesco Magni, futuro rettore dell'Università, Augusto Matteo Mauro, Giuseppe Barbanti Brodano, Giovanni Pascoli, il citato Carducci.

Venerabile è il matematico e politico Luigi Cremona (1830-1903), fratello del pittore Tranquillo Cremona (1837-1878), spirito profondamente laico, anche se di idee moderate e legato alla Monarchia.

Nel gennaio 1867 la loggia si ritirerà dal GOI e, mutato il proprio rito da Scozzese a Simbolico, si unirà al Gran Consiglio di Milano. Da allora terrà le proprie riunioni nella sede della "Galvani".

Il 1° aprile 1868 il Consiglio delibererà l'espulsione di alcuni fratelli non graditi, tra i quali Carducci e Ceneri, considerati "membra atrofizzate e inutili".

Pochi mesi dopo la "Felsinea", per le sue posizioni di sinistra, sarà esclusa dalla Comunione nazionale e si scioglierà.

L'attività massonica di Giosue Carducci si interromperà per alcuni anni. Solo il 21 aprile 1886, su espresso invito di Adriano Lemmi, capo supremo dell'Ordine, il poeta sarà affiliato a Roma alla Loggia Nazionale “Propaganda Massonica”.

Di questa loggia faranno parte fratelli, che non possono "per la loro profana posizione, frequentare mai, o quasi mai, i lavori delle Officine delle città di residenza".

Tra essi anche attivisti politici e parlamentari bolognesi, quali Filopanti, Ceneri, Oreste Regnoli, Agostino Bertani, Aurelio Saffi.

Approfondimenti
  • Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune-ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, pp. 175-176
  • Bologna massonica. Le radici, il consolidamento, la trasformazione, a cura di Giovanni Greco, Bologna, CLUEB, 2007, p. 140, 151
  • Alessandro Boselli, Massoneria e sette segrete a Bologna nel Risorgimento, in: Bologna massonica. Fra passione e ragione, a cura di Giovanni Greco, 3. ed., Bologna, CLUEB, 2016, pp. 102-103
  • Carducci, la massoneria ed i suoi simboli, testo e grafica a cura di Associazione Culturale Messidoro, Castagneto Carducci (LI), Associazione Culturale Messidoro, post 1998
  • Pier Paolo D'Attorre, La politica, in Renato Zangheri, Bologna, Roma, ecc., Laterza, 1986, pp. 76-77
  • Carlo Manelli, La Massoneria a Bologna dal XII al XX secolo, Bologna, Analisi, 1986, p. 103 sgg.
  • Luigi Polo Friz, La massoneria italiana nel decennio post unitario: Lodovico Frapolli, Milano, F. Angeli, 1998, p. 117
  • Filippo Raffaelli, I segreti di Bologna, Bologna, Poligrafici, 1992, p. 162
  • Giancarlo Roversi, Palazzi e case nobili del '500 a Bologna. La storia, le famiglie, le opere d'arte, Bologna, Grafis, 1986, p. 290
  • Le strade di Bologna. Una guida alfabetica alla storia, ai segreti, all'arte, al folclore (ecc.), a cura di Fabio e Filippo Raffaelli e Athos Vianelli, Roma, Newton periodici, 1988-1989, vol. 3., p. 790
  • Fiorenza Tarozzi, Uno sguardo sulla massoneria bolognese nell'Ottocento, in: Bologna massonica. Fra passione e ragione, a cura di Giovanni Greco, 3. ed., Bologna, CLUEB, 2016, p. 121