La lira ha corso legale nelle Romagne
Un provvedimento del Governo provvisorio, preso con il pretesto di agevolare i corpi di spedizione piemontesi, stabilisce che la “lira italiana” avrà corso legale nelle Romagne.
Un pezzo da 20 lire è pari a 3,76 scudi romani, quello da 5 lire è pari a 94 baiocchi. Una lira (o franco) vale 18 baiocchi e 4 quattrini.
La decisione è accolta con favore dalle popolazioni delle ex Legazioni. Il cambio delle monete è agevolato dall'opera di numerosi banchieri (cambiavalute) privati.
Il 1° ottobre un decreto stabilirà il corso legale della lira a partire dal 1° novembre. Si vuole contribuire ad accelerare il processo della unificazione nazionale introducendo il sistema di monetazione sardo più consono “alla scienza economica ed al benessere dell'industria”.
La zecca di Bologna comincerà subito a battere la nuova moneta, uguale a quella emessa dalla zecca torinese. Dal 1° gennaio 1860 le registrazioni sui libri contabili delle pubbliche amministrazioni saranno tenute in lire.
- Vincenzo Leonardi, Coordinamento del credito e della finanza a Bologna e nelle Romagne nel 1859-1860, in: Il 1859-'60 a Bologna, Bologna, Calderini, 1961, pp. 396-397, 402-403