La liberazione di Forlì
Dopo aver raggiunto un accordo di massima con il comando britannico, l'8a Brigata Garibaldi guidata da Ilario Tabarri (Pietro Mauri) è pronta ad entrare a Forlì.
E' stabilito che nella notte tra l'1 e il 2 novembre l'intera formazione partigiana raggiunga la zona di Carpena, a pochi chilometri dal capoluogo, ma è necessario che giungano anche le armi richieste agli Alleati. Invece delle armi, arriva l'ordine del comando britannico di rientrare alla base di Meldola.
Nella giornata del 2 novembre i partigiani tornano a Meldola sfiduciati e delusi. L'idea che siano i partigiani ad entrare per primi nella “città del Duce” non piace certo ai fascisti e ai Tedeschi, ma neanche gli Inglesi vedono di buon occhio una conquista in compartecipazione con uomini considerati in gran parte sovversivi e comunisti.
D'altra parte la Brigata romagnola vive l'arresto imposto dagli Inglesi come un'ingiunzione autoritaria e come la sottrazione di un diritto.
Dopo una giornata di bombardamenti e mitragliamenti nelle località della periferia, l'8 novembre Forlì è circondata a tenaglia dalla 4a Divisione britannica del generale Ward e dalla 46a di fanteria del generale Hawkesworth.
Contro di esse è schierata a difesa la 278a Divisione tedesca di fanteria del generale Hoppe, che in serata comincia lentamente a ritirarsi, lamentando la perdita di circa 700 uomini, tra i quali molti ufficiali.
Il giorno prima, a Vecchiazzano, i Tedeschi hanno compiuto un pesante rastrellamento, massacrando nove componenti di due famiglie contadine.
Durante la notte tra l'8 e il 9 novembre fanno saltare in aria le costruzioni più alte del centro storico: la torretta degli Uffici statali, il campanile del Duomo, il serbatoio dell'Acquedotto. La Torre dell'Orologio crolla sul Teatro comunale. Viene distrutto il ponte di Schiavonia, ma fortunatamente non il campanile romanico di San Mercuriale, anch'esso minato.
All'alba del 9 novembre il primo ad entrare a Forlì è un battaglione scozzese della 4a Divisione britannica. Subito la gente comincia a riversarsi sulle strade per salutare le formazioni avanzanti.
Nei giorni successivi la città continuerà ad essere sottoposta ai cannoneggiamenti tedeschi. Ancora il 10 dicembre alcune enormi bombe d'aereo distruggeranno la chiesa di San Biagio e la zona di Ravaldino, facendo una ventina di vittime.
Il comando della II Brigata Corazzata dell’VIII Armata disporrà il 15 novembre la raccolta e il disarmo di tutti i partigiani a Pieve di Rivoschio. Tra i motivi del disarmo vi è l’eliminazione del comandante Libero, fiduciario degli alti ufficiali inglesi operanti con la Resistenza.
Forlì è l’unico capoluogo emiliano in cui non viene consentita l’entrata dei patrioti italiani al momento della liberazione. L'8a Brigata Garibaldi al completo vi sfilerà solo il 30 novembre, assieme alle formazioni Gap e Sap e alla Banda Corbari, guidata dal fratello di Silvio, Romeo.
Alcuni partigiani forlivesi riusciranno comunque a raggiungere il ravennate e ad aggregarsi alla 28a Brigata Garibaldi di Bulow.
- Aniceto Antilopi, Dolore e libertà. Fotografie della Linea Gotica, con otto disegni di Adelfo Cecchelli, Gaggio Montano, Gruppo di studi "Gente di Gaggio", 2015, p. 179
- Franco e Tomaso Cravarezza, Le grandi battaglie della Linea Gotica, Torino, Edizioni del Capricorno, 2018, pp. 169-171
- Deputazione Emilia Romagna per la storia della Resistenza e della guerra di liberazione, L'Emilia Romagna nella guerra di liberazione, vol. 1: Luciano Bergonzini, La lotta armata, Bari, De Donato, 1975, p. 74
- Sergio Flamigni, Luciano Marzocchi, Resistenza in Romagna. Antifascismo, partigiani e popolo in provincia di Forlì, Milano, La pietra, 1969, pp. 233-235
- Marino Mambelli, 900 forlivese, anzi italiano, Imola, Editrice La Mandragora, 2011
- Giuseppe Pieraccini, La grande delusione. Romagna: autunno 1944. Frammenti di racconti diretti dell'VIII Armata, del XIII Corpo d'Armata (V Armata statunitense) e delle truppe tedesche in Romagna, Cesena, Il ponte vecchio, 2003, p. 21
- Adler Raffaelli, Guerra e liberazione: Romagna 1943-1945, Bologna, Editcomp, 1995, vol. 1: Storiografia, pp. 218-228
- Romagna 1944-45: le immagini dei fotografi di guerra inglesi dall'Appennino al Po, Bologna, CLUEB, 1983, pp. 74-75 (foto), 180
- Touring club italiano, Emilia Romagna. Itinerari nei luoghi della memoria, 1943-1945, Milano, TCI, Bologna, Regione Emilia-Romagna, 2005, p. 64
- Marco Viroli, Gabriele Zelli, I giorni che sconvolsero Forlì. 8 settembre 1943-10 dicembre 1944, Cesena, Il ponte vecchio, 2014