La guerra come affare: Max Bondi e la Sigma
E' inaugurata a Bologna la Sigma, Società Italiana Generale per Munizioni e Armi. Ne fanno parte Max Bondi, spregiudicato affarista toscano artefice dello sviluppo dell'ILVA di Piombino, colosso della siderurgia italiana, Giovanni Prampolini, direttore delle Reggiane, e altri industriali di Bologna e Ferrara.
Ancor prima dell'edificazione degli impianti, che troveranno sede nell'area di Casaralta, fuori porta Mascarella, Bondi stipula un grosso contratto di fornitura di parti di cartucce con la direzione del Laboratorio Pirotecnico di Bologna e ottiene per la fabbrica Sigma, grazie alle proprie aderenze in alto loco, il titolo di stabilimento ausiliario.
Le successive manovre, volte ad avere dilazioni nelle consegne e nuove vantaggiose commesse, caratterizzeranno l'azione impreditoriale del “pescecane” Bondi, intenzionato a massimizzare i profitti sfruttando la situazione bellica.
L'azienda sarà liquidata al termine del conflitto e, nell'ottobre del 1919, i terreni passeranno alle Officine di Casaralta, che riprenderanno l’originaria destinazione di fabbrica di carrozze ferroviarie.
- Fabio Degli Esposti, La grande retrovia in territorio nemico. Bologna e la sua provincia nella Grande Guerra (1914-1918), Milano, Edizioni Unicopli, 2017, pp. 399-404
- Fabio Degli Esposti, L'industria bolognese nella Grande Guerra, in: Storia di Bologna, a cura di Renato Zangheri, Bologna, Bononia University Press, 2013, vol. 4., tomo 2., pp. 73-80
- Fabio Degli Esposti, Trasformazioni economiche e realtà urbana, in: Grande guerra e fronte interno. La svolta del 1917 in Emilia-Romagna, a cura di Carlo De Maria, Bologna, Pendragon, 2018, p. 75