La Facoltà Filologica
Creata nel 1826, la Facoltà Filologica non ha grandi possibilità di incidere nella cultura dell'epoca. Rimane una scuola “povera di cattedre e vuota di allievi” (Calcaterra).
Assieme a docenti insignificanti, quali il Canali o il “distrattissimo” Golfieri, operano nomi più noti come Massimiliano Angelelli, che dapprima tiene, senza esserne specialista, l'insegnamento di storia antica e moderna, poi nel 1838 sale sulla cattedra di greco, del quale è uno dei più apprezzati traduttori.
Qui però avrà allievi solo sporadicamente, come del resto avveniva al suo predecessore Giuseppe Gaspare Mezzofanti, più poliglotta che filologo.
Secondo la testimonianza di Giacomo Leopardi, che il 1° febbraio 1926 ne scrive all'amico Bunsen, "in tutta Bologna, città di 70 mila anime, si contano tre persone che sanno il greco, e Dio sa come".
- Carlo Calcaterra, Alma Mater Studiorum. L'Università di Bologna nella storia della cultura e della civiltà, Bologna, Zanichelli, 1948, p. 295
- Andrea Cammelli, Università e studenti: dinamiche culturali e sociali dall'Unità ai giorni nostri, in: L'Università a Bologna. Maestri, studenti e luoghi dal XVI al XX secolo, a cura di Gian Paolo Brizzi, Lino Marini, Paolo Pombeni, Bologna, Cassa di Risparmio (...), 1988, p. 225
- Giosue Carducci e i carducciani nella Certosa di Bologna, Bologna, Comune, 2007, p. 23 (G. Golfieri)
- Nicoletta Sarti, Scuole, Studium, Ateneo. I primi nove secoli dell'Università di Bologna, Bologna, Bononia University Press, 2018, p. 63