La Colonia Marina del Fascio bolognese

@ Viale Principe di Piemonte 64, 47924 Miramare (RN)
1 agosto 1932, 00:00

Con “un sistema sbrigativo e nuovo”, cioè con l'ingresso di tanti bambini che ne prendono possesso, è inaugurata il 1° agosto, a Miramare di Rimini, l'imponente Colonia Marina del Fascio bolognese, progettata dall'ing. Ildebrando Tabarroni, che ha diretto personalmente i lavori.

La struttura, a padiglioni separati, per l'epoca ormai antiquata, si ispira a quella dell'Ospizio Marino Provinciale Bolognese di Rimini, o colonia Murri, opera di Giulio Marcovigi.

Quattro grandi edifici in laterizio, in stile eclettico, costruiti perpendicolarmente al mare e collegati da un lungo corridoio, ospitano i dormitori e i refettori, mentre corpi di fabbrica più piccoli sono adibiti a uffici e camere per il personale.

La struttura è situata in un'area di 20.000 mq lungo la litoranea Rimini-Riccione e può ospitare fino a 1.200 bambini, provenienti dai 61 comuni della provincia di Bologna.

La vita della colonia, intitolata alla Decima Legio, è regolata da una "materna disciplina". Essa deve contribuire alla "bonifica umana" a cui si è dedicato fin dall'inizio il fascismo bolognese. E' una sorta di vita militare con orari rigidi e attività ben scandite.

Le addette all'assistenza sono ragazze diplomate e tesserate al partito fascista, che hanno seguito un corso per “vigilatrici di colonia”.

La grande struttura è stata promossa dal Segretario federale Mario Ghinelli, “interprede fedele, intelligente, dinamico, volitivo delle direttive del Duce”, che cammina "nel solco tracciato da Leandro Arpinati".

Le domande per le colonie estive saranno filtrate negli anni seguenti dall'Opera Nazionale Dopolavoro: nel 1935 l'ente invierà 100 bambini, regalando la retta ai più bisognosi.

Nel 1939-40 la colonia ospiterà bambini provenienti dall'Albania e dalla Libia, richiamati in patria per essere messi al sicuro dagli eventi bellici.

Durante la seconda guerra mondiale la colonia bolognese servirà dapprima da ricovero per i reduci della spedizione in Russia e dopo il 25 luglio 1943 sarà trasformata in campo di internamento femminile per i corpi di sabotaggio e spionaggio della RSI.

Nel dopoguerra il complesso sarà restaurato con ingente sforzo economico dal Comando Alleato, dopo aver servito da campo di prigionia per militari tedeschi. Nel 1947 riprenderà a funzionare come Colonia estiva del Comune di Bologna, accogliendo circa 1.200 bembini, divisi in tre turni.

Il 18 gennaio 1958 il dott. Valente, amministratore dei beni dell'ex GIL, cederà la colonia al card. Lercaro. Da allora, fino al 1977, sarà gestita dall'Opera Diocesana di Assistenza.

Approfondimenti
  • Alla colonia marina della X Legio, in: “Il Comune di Bologna”, 8 (1934), pp. 80-81
  • Stefano Cavazza, Miti e consenso durante il fascismo, in: Storia di Bologna, a cura di Renato Zangheri, Bologna, Bononia University Press, 2013, vol. 4., tomo 2., Bologna in età contemporanea 1915-2000, a cura di Angelo Varni, pp. 472-473
  • Gabriele Basilico. L.R. 19/98: la riqualificazione delle aree urbane in Emilia-Romagna, a cura di Piero Orlandi, Bologna, Compositori, 2001, (foto) pp. 171-172
  • Luciana Lucchi, Il volto "ludico" dell'assistenza sociale. L'esperienza delle colonie per i fanciulli, in: Le italiane a Bologna. Percorsi al femminile in 150 anni di storia unitaria, a cura di Fiorenza Tarozzi e Eloisa Betti, Bologna, Socialmente, 2013, pp. 39-45
  • Ivo Luminasi, Bonifica umana. La colonia marina del fascio bolognese, Bologna, Stab. poligrafici riuniti, 1932
  • Ivo Luminasi, La colonia marina del fascio bolognese, in: “Il Comune di Bologna”, 8 (1932), pp. 3-10
  • Storie di colonia. Racconti d'estate dalla Bolognese, 1932-1977, a cura di Ilaria Ruggeri, Paola Russo e Luca Villa, Rimini, Il palloncino rosso, 2019
  • Fiorenza Tarozzi, Nuova amministrazione, nuova classe dirigente, in: Storia di Bologna, a cura di Renato Zangheri, Bologna, Bononia University Press, 2013, vol. 4., tomo 2., Bologna in età contemporanea 1915-2000, a cura di Angelo Varni, pp. 196-197