La cena degli spazzacamini

dal 1 al 28 febbraio 1931

La Fameja Bulgneisa offre una cena di beneficenza a una ventina di spazzacamini. Provenienti soprattutto dalle valli trentine e lombarde, i “diavoli neri” percorrono la città da novembre a marzo, armati di fascetto e saggina.

La sera dormono in una stalla di via Vezza, di giorno vivono per strada e fanno "ballotta" con i facchini di piazza Ravegnana.

Si dice che, assieme a loro, mangino i gatti randagi catturati al laccio durante la notte e cucinati allo spiedo sullo zoccolo della statua di San Petronio.

Nelle case bolognesi raccolgono la fuliggine, da cui si ricava concime e bistro, per venderla al mercato di Bergamo a 10 lire al quintale.

La tavolata della Fameja, nella sede di palazzo Pini Pallavicini in via San Felice, vuole essere un premio alla loro "paziente fatica". Al termine della serata riceveranno anche uno scudo in regalo.

Approfondimenti
  • Guglielmo Bonuzzi, Una cena della "Famèja Bulgnèisa" agli spazzacamini, Bologna, Stabilimenti Poligrafici Riuniti, 1931
  • Alessandro Molinari Pradelli, Bologna tra storia e osterie. Viaggio nelle tradizioni enogastronomiche petroniane, Bologna, Pendragon, 2001, pp. 87-88
  • Alessandro Molinari Pradelli, Osterie e locande di Bologna. La grassa e la dotta in gloria della tavola: folclore, arte, musica e poesia nelle tradizioni contadine e gastronomiche della città felsinea, Roma, Newton Compton, 1980, pp. 139-141
  • Athos Vianelli, Bologna tradizionale, Bologna, Guidicini e Rosa, 1978, pp. 180-182