La Reale Casa Giuseppina
Teresa Langers, vedova di un ufficiale tedesco, apre a Bologna un collegio di fanciulle, intitolandolo Reale Casa Giuseppina. Il 25 gennaio le ospiti presentano al cospetto del prefetto Mosca una farsa francese.
Il Vicerè ha destinato alla benefica istituzione 6.000 lire milanesi. Sul portone dell'ex convento delle Terziarie Francescane di Santa Elisabetta regina d'Ungheria in via Nosadella, soppresso nel 1805, campeggia lo stemma dei Beauharnais.
La Casa Giuseppina sarà menzionata come esemplare per analoghe istituzioni da fondarsi nel Regno. Vi si insegnano la dottrina cattolica, le lingue italiana e francese, aritmetica e geometria, storia di Francia, musica, scrittura e ballo, oltre ai lavori domestici.
Più avanti verrà trasferita nel Conservatorio di San Giuseppe in via Castiglione e definitivamente chiusa dalla Municipalità nel 1811, dopo la fuga per debiti di Madame Langers. Le zitelle rimaste saranno ospitate nel Conservatorio di Santa Croce.
- Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 197, 233, 495, nota 1
- Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 1: 1801-1825, p. 159
- Giuseppe Guidicini, Cose notabili della città di Bologna, ossia Storia cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, vol. 3., Bologna, Società Tipografica dei compositori, 1870, p. 366
- Giancarlo Roversi, La tromba della fama. Storia della pubblicità a Bologna, Casalecchio di Reno, Grafis - Bologna, Banca Popolare di Bologna e Ferrara, 1987, p. 89
- Manuela Zucchi, Problemi sociali e cultura a Bologna sotto il regime napoleonico, in: “Il carrobbio”, 6 (1980), pp. 398-399