La Bolognina, "incipiente Manchester"
Il quartiere Bolognina, previsto dal Piano di ampliamento del 1889 come villaggio operaio alle spalle della stazione centrale, è definito l' “incipiente Manchester”. La presenza della ferrovia fa pensare a un prossimo, rapido sviluppo di insediamenti industriali.
Le aspettative andranno però deluse: la Bolognina sarà a lungo soprattutto “una caricatura di città”, un quartiere dormitorio di case popolari abitate da ferrovieri, una sequela ripetitiva di pochi tipi edilizi e facciate elementari.
Anche in pieno Novecento apparirà "abbandonato a se stesso" e raccordato, piuttosto che al centro, all'aperta campagna, in omaggio all'ideologia ruralista del Ventennio.
Nel frattempo, dal 1897, i Padri Salesiani si insediano alla Bolognina con un grande istituto, che ospita un convitto, un ginnasio e vari laboratori di arti e mestieri.
- Bologna. Architettura, città, paesaggio, a cura di Pierluigi Giordani, Giuliano Gresleri, Nicola Marzot, Roma, Mancosu, 2006, p. 120
- Bologna 1937-1987. Cinquant'anni di vita economica, a cura di Fabio Gobbo, Bologna, Cassa di Risparmio in Bologna, 1987, p. 16
- Giuliano Gresleri, La costruzione della città e dell'architettura tra le due guerre, in: Storia di Bologna, a cura di Renato Zangheri, Bologna, Bononia University Press, 2013, vol. 4., tomo 2., Bologna in età contemporanea 1915-2000, a cura di Angelo Varni, pp. 213-214
- Pier Paola Penzo, Alle origini della periferia urbana. L'area intorno alla stazione di Bologna nella seconda metà dell'Ottocento, in: "Il carrobbio", 11 (1985), pp. 209-234
- Pier Paola Penzo, L'urbanistica incompiuta. Bologna dall'età liberale al fascismo, 1889-1929, Bologna, CLUEB, 2009, pp. 20-21