La situazione industriale nella provincia

dal 1 gen al 31 dic 1878

La struttura industriale della provincia di Bologna è composta da piccole imprese, perlopiù a carattere artigianale, che utilizzano tecniche tradizionali.

Le concerie non usano macchine o motori di nessun tipo. La lavorazione è esclusivamente manuale. Le cartiere producono carta grossolana dagli stracci. Solo quella del Maglio di Pontecchio si va modernizzando.

E’ presente un solo opificio di lavorazioni chimiche e fabbrica candele steariche. E’ fallito il tentativo di produrre concimi chimici, molto richiesti soprattutto dal settore della canapa. La chimica resta legata a piccoli laboratori farmaceutici.

Il settore tessile è ancora quello con il maggior numero di imprese e di addetti, ma se si esclude la filanda della Canonica (500 addetti) gli opifici hanno dimensioni ridotte. L’assetto tecnico è in genere arretrato e frequente è l’impiego del lavoro a domicilio.

In tutto il territorio della provincia sono presenti piccole officine meccaniche, dove il lavoro è in genere eseguito a mano per il mercato locale.

Qualcosa si muove nel settore dell’industria alimentare (mulini, salumifici, ecc.) caratterizzato anch’esso da piccole imprese. Esso va trasformandosi con la graduale introduzione di moderne tecniche di lavorazione.

La tendenza generale è quella della sostituzione del settore alimentare al tessile e il consolidamento dell’industria meccanica, dove la motrice a vapore ha quasi ovunque sostituito quella idraulica. La produzione meccanica, molto frastagliata prima dell’Unità, si concentra su “quella di macchine funzionali all’industria a gricola a manifatturiera”.

Approfondimenti
  • Aldini Valeriani. Storia di una grande scuola bolognese, a cura del Consiglio direttivo A.L.I.A.V., San Giovanni in Persiceto, Litografia Persicetana, 2012, pp. 79-80, 117