La repubblica partigiana del Corniolo

2 febbraio 1944, 12:00

La Brigata Partigiana Romagnola guidata da Riccardo Fedel (Libero, 1906-1944), ex sottoufficiale del Regio Esercito, crea una zona libera nel territorio di Corniolo, sull'Appennino al confine tra la Romagna e la Toscana.

Essa comprende parte dei comuni di Santa Sofia, Premilcuore e Bagno di Romagna. Il fatto che si trovi nel Forlivese, provincia natale di Mussolini, ha grande valore simbolico.

Nella Libera Repubblica del Corniolo, protetta dalle abbondanti nevicate invernali, la vita civile viene per la prima volta riorganizzata secondo principi democratici.

Il comando si installa a Corniolo nel palazzo di un agrario. Posti di blocco presidiano le strade a tre chilometri dal paese. Un Comitato gestisce il commercio del bestiame e la riscossione delle tasse.

“Ai partigiani è proibito l’uso delle bevande alcoliche e raramente si vedono nei caffè, poichè vi è una disposizione del Comando che stabilisce che nessun combattente, all’infuori del Commissario politico, può essere in possesso di denaro”.

L'esperienza durerà una ventina di giorni, fino al marzo 1944. Durante questo periodo saranno rari gli attacchi ai tedeschi, mentre saranno prese di mira i militi repubblichini.

Il 22 febbraio, ad esempio, due compagnie di partigiani assalteranno la caserma dei carabinieri e occuperanno il paese di Galeata, nella media valle del Bidente.

Poco prima del grande rastrellamento di aprile sul Falterona e del drammatico sbandamento delle brigate romagnole e casentinesi, il comandante Libero verrà destituito e delegato ad altri incarichi.

In seguito sarà accusato di diserzione, spionaggio e furto (accuse che risulteranno in gran parte infondate) e condannato a morte dal tribunale partigiano. La sentenza sarà probabilmente eseguita poche settimane dopo, ma il corpo comunque non verrà ritrovato.

L'importante esperienza della zona libera, legata al nome di Fedel, non avrà grande risonanza nel dopoguerra.

Approfondimenti
  • Mirco Dondi, Comunisti contro: Ilario Tabarri e l'esecuzione di Riccardo Fedel "Libero", in: La Resistenza in Italia. Storia, memoria, storiografia, a cura di Mirco Carrattieri e Marcello Flores, Firenze, goWare, 2018, pp. 166-167
  • Giorgio Fedel, La prima resistenza armata in Italia alla luce delle fonti britanniche e tedesche. Militari, partigiani e cittadini in lotta contro l'occupazione nazista (1943-1944), Milano, Fondazione Riccardo Fedel-Comandante Libero, 2014
  • Giorgio Fedel, Storia di Libero. Libero Riccardi (Riccardo Fedel) fondatore e primo Comandante della Brigata Partigiana Romagnola Giuseppe Garibaldi ucciso nella tarda primavera del 1944 da partigiani, Tesi di Laurea, relatore Santo Peli, Padova, Università degli Studi, 2008
  • Nicola Fedel, Rita Piccoli, Edizione critica del Rapporto Tabarri. Rapporto generale sull'attività militare in Romagna (dall'8 settembre 1943 al 15 maggio 1944), Milano, Fondazione Comandante Libero, 2014
  • Sergio Flamigni, Luciano Marzocchi, Resistenza in Romagna. Antifascismo, partigiani e popolo in provincia di Forlì, Milano, La pietra, 1969, pp. 171-178
  • Natale Graziani, Il Comandante Libero Riccardi capo della Resistenza armata nella Romagna appenninica, in "Studi Romagnoli", LV (2004), p. 269
  • Guglielmo Marconi (Paolo), Vita e ricordi sull'8a Brigata romagnola, a cura di Dino Mengozzi, Rimini, Maggioli, 1984