La morte di Francesco Rocchi

23 maggio 1875, 12:25

"Io, questa sera, non posso che ricordare, che piangere con vere lacrime, il collega venerando, l'amico di cui mi onoro, la cara buona imagine paterna del mio Rocchi".

Il 23 maggio - giorno della sua scomparsa - Giosue Carducci commemora con queste parole il prof. Francesco Rocchi (1805-1875).

Originario di Savignano sul Rubicone, egli crebbe nell'ambiente culturale della "scuola classica romagnola", che dominava la locale Rubiconia Accademia dei Filopatridi, fondata nel 1801 da Giulio Perticari, Bartolomeo Borghesi e Girolamo Amati.

Fu soprattutto Borghesi (1781-1860), valente studioso di epigrafia e numismatica, ad essergli "maestro, amico e quasi un altro padre". Da lui - secondo Carducci - "apprese tutti i segreti della epigrafia e della storia romana".

La sua formazione proseguì a Urbino e a Pesaro, accanto a Vincenzo Monti. Nel 1831 partecipò attivamente al moto liberale. In seguito fu arrestato e confinato nella sua Savignano.

Nel 1847 sostituì Girolamo Bianconi sulla cattedra di archeologia e numismatica dell'Università di Bologna. Per l'adesione alla rivoluzione del 1848 subì una lunga sospensione dall'insegnamento.

Fu tra i primi professori a giurare fedeltà al re sabaudo dopo la fine del governo pontificio. Il figlio Gino ricorderà che Carducci, appena incaricato all'Alma Mater, venne assieme ad Emilio Teza a visitarlo e fu cordialmente accolto dal più anziano collega.

Preside della Facoltà di Lettere tra il 1868 e il 1871, ottenne grande considerazione a livello internazionale nel campo dell'epigrafia latina, collaborando con studiosi del calibro di Theodor Mommsen e Eugen Bormann.

Fu direttore del Museo antiquario dell'Università, confluito nel 1881 in quello civico archeologico. Grazie alle sue competenze scientifiche e letterarie accompagnò Giovanni Gozzadini alla guida della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, di cui fu a lungo vice-presidente.

Approfondimenti
  • Giosue Carducci, Opere, vol. 7., Ceneri e faville. Serie seconda. 1871-1876, Bologna, Ditta Nicola Zanichelli, 1893, pp. 294-295
  • Angela Donati, Bartolomeo Borghesi, Luigi Frati e Francesco Rocchi: l'insegnamento dell'epigrafia a Bologna, in: "Studi romagnoli", 65 (2014) pp. 345-350
  • Angela Donati, Bartolomeo Borghesi, Theodor Mommsen e il Corpus Inscriptionum Latinarum, in: "Atti e memorie della Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna", Nuova Serie, 55 (2004), pp. 335–346
  • Gaetano Gasperoni, Per Francesco Rocchi e Francesco Vendemini. Commemorazione e appendice di lettere inedite, Imola, Coop. Tip. P. Galeati, 1911
  • Anna Rita Marcacci, Francesco Rocchi e il municipio di Bologna, in: "Il carrobbio", 28 (2002), pp. 167-174
  • Fabio Martelli, Giosue' Carducci, Francesco e Gino Rocchi e l'Ateneo bolognese, in "Strenna Storica Bolognese", 35 (1985), pp. 179-190
  • Francesco Meriano, Maestri dello Studio bolognese: Francesco Rocchi, Bologna, Comune, 1920
  • Gaetano Pelliccioni, Discorso ai funerali dell'illustre Francesco Rocchi, Bologna, Tipi Fava e Garagnani, 1875 (Estratto da: "Gazzetta dell'Emilia", 26 maggio 1875)
  • Francesco Rocchi, Alcuni scritti raccolti e pubblicati dal Comitato per le onoranze che a lui furono rese in Savignano il 13 novembre 1910, Imola, Galeati, 1910
  • Francesco Rocchi, Degli studi diplomatici di Bartolomeo Borghesi (discorso), in: "Atti e memorie della Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna", serie I, 1 (1862), pp. XV-III
  • Francesco Rocchi, Notizie aneddote della prima età di Bartolomeo Borghesi, in: "Atti e memorie" ... cit., pp. 57-88
  • Gino Rocchi, Scritti vari, Bologna, N. Zanichelli, 1928