La costituzione negata
Licenziati per rappresaglia nelle fabbriche bolognesi (1947-1966)
Il 15 luglio 1966 è approvata la legge n. 604 sulla risoluzione del rapporto di lavoro per giusta causa. Tra il 1947 e il 1966, a Bologna e provincia, circa 8.300 lavoratori vengono "licenziati per rappresaglia", cioè allontanati dalle fabbriche per le loro idee politiche o per il loro impegno sindacale.
Sono soprattutto operai metalmeccanici - 3.800 - con un passato di lotta antifascista e di partecipazione alla Resistenza, simpatizzanti o attivisti dei partiti di sinistra, colpevoli di essersi battuti per il riconoscimento di diritti elementari: salute e sicurezza sul lavoro, migliori condizioni di impiego e retribuzione, libertà di pensiero. Lo statuto dei lavoratori del 1970 (legge 300) stabilirà, all'articolo 18, la reintegrazione nel posto di lavoro per i licenziati senza giusta causa e la legge 36 del 15 febbraio 1974 estenderà ad essi i benefici previsti per gli ex combattenti e reduci. Le domande di applicazione saranno circa 18.000 in tutta Italia e oltre l'80% saranno accolte positivamente.
fonte: L. Arbizzani, La Costituzione negata nelle fabbriche. Industria e repressione antioperaia nel Bolognese, 1947-1957, Imola 1991