La ditta Ghelli e le fornaci di gesso di San Ruffillo

6 marzo 1884, 12:05

La ditta Ghelli di Bologna vanta dal 6 marzo la privativa per il particolare metodo di cottura dei suoi forni per il gesso, più efficienti di quelli tradizionali.

L’industria del gesso è in progresso nella provincia di Bologna. Nel 1886 se ne produrranno 11 tonnellate. Per due terzi viene consumato localmente e per un terzo è esportato. Il 90% serve per le costruzioni, il resto è utilizzato in agricoltura.

La cottura del gesso avviene perlopiù in fornaci intermittenti. Ce ne sono 24 solo nella frazione di San Ruffillo.

La ditta Ghelli si distingue tra le aziende del luogo per la particolarità dei suoi forni e la varietà dei suoi prodotti. A San Ruffillo essa possiede una cava importante, dove lavorano circa 50 operai fra minatori e spezzatori e dalla quale vengono ricavati 100mila quintali di gesso all'anno.

Annesso alla cava vi è uno stabilimento provvisto di tre forni a fuoco continuo per la cottura del gesso, di un forno sistema Levi, a focolare separato, per la fabbricazione della scagliola extra fine da getto e di tre polverizzatori mossi da una macchina a vapore a 12 cavalli.

Vengono prodotti gesso marcio in pani per stuccatura - ottenuto con la macerazione per tre giorni del gesso comune cotto - gesso da malta, gesso raffinato per ornamenti, passato al “buratto” (strumento usato anche in agricoltura per separare la crusca dal fiore della farina), scagliola fina.

Approfondimenti
  • “Annuario politecnico italiano rassegna tecnica di tutte le industrie italiane comunque importanti”, (1935), p. 451
  • Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Direzione generale dell’Agricoltura, Rivista del servizio minerario nel 1890, Firenze, Tipografia di G. Barbera, 1892, p. 17
  • Notizie sulle condizioni industriali della provincia di Bologna, in: "Annali di statistica", 5 (1887), p. 23