L'assurda distruzione di Pieve Santo Stefano
“Entriamo in Pieve Santo Stefano che ci si presenta in una visione lugubre e spettrale. È tutta un cumulo di macerie” (M. Pilotti)
“Sembra impossibile trovare una spiegazione plausibile per questa distruzione intenzionale, a meno che i tedeschi non abbiano inteso privare di un ricovero i pochissimi soldati britannici che avrebbero alloggiato nel paese come truppe di supporto”. (A. Tacchini)
All'inizio di agosto, con l’avvicinarsi del fronte di guerra, Pieve Santo Stefano, il paese più meridionale dell'Appennino Tosco-Emiliano, avamposto della Linea Gotica nella valle del Tevere, è fatto evacuare dai tedeschi e la popolazione deportata in direzione della Romagna.
Le case vengono minate dai guastatori e distrutte:
“Per diversi giorni continuarono a fare saltare le nostre case in aria. Dopo lo scoppio si vedeva alzarsi in cielo delle enormi colonne di fumo e si sentivano i detriti ricadere per alcuni secondi. Era uno spettacolo devastante” (L. Veri)
Infine il 31 agosto, poco prima della partenza degli ultimi reparti, sono demoliti i ponti sulla Statale Tiberina 3bis.
Il 2 settembre le prime unità di ricognizione alleate - 1° rgt corazzato King’s Dragon Guards e 12° Royal Lancers - trovano il 99 percento degli edifici atterrati - tranne la chiesa collegiata - compresi l'ospedale, il ricovero dei vecchi, le manifatture. Il bestiame risulta completamente razziato.
La barbara distruzione di Pieve sarà completata l'8 settembre, quando una carica a orologeria farà saltare in aria il palazzo comunale e la torre campanaria.
Decine di abitanti moriranno anche al loro ritorno dopo la liberazione per lo scoppio di mine disseminate nella campagna attorno al paese.
- 1943-1945, la liberazione in Toscana. La storia, la memoria, introduzione di Ivan Tognarini, Firenze, Pagnini, Associazione italiana per il consiglio dei comuni e delle regioni d'Europa AICCRE, Federazione Toscana, 1994, vol. 2: Libri e ricordi nel cinquantesimo, p. 124
- Amintore Fanfani, Una Pieve in Italia, Venezia, Marsilio, 2008
- Marco Gasparini, Claudio Razeto, 1944: diario dell'anno che divise l'Italia, Roma, Castelvecchi, 2014
- La guerra 1940-1945 a Pieve Santo Stefano. Deportazioni, razzie, devastazioni, massacri, a cura di Onelio Dalla Ragione, Pieve Santo Stefano, Amministrazione comunale, stampa 1996
- Pieve 1944: il paese cancellato, con le immagini dell' Archivio fotografico Livi, percorso narrativo a cura di Loretta Veri, Colle Val d'Elsa, Alsaba grafiche, stampa 2008
- Gabriele Ronchetti, La linea gotica. I luoghi dell'ultimo fronte di guerra in Italia, Fidenza, Mattioli 1885, 2009, pp. 72-73
- Le stragi nazifasciste in Toscana, 1943-45, Roma, Carocci, vol. 1: Guida bibliografica alla memoria, a cura di Valeria Galimi e Simone Duranti, 2003, p. 69
- Massimo Turchi, Linea Gotica, Santarcangelo di Romagna, Diarkos, vol. 1: L'attacco. Agosto-ottobre 1944, 2024, pp. 146-147
- Fonte: Archivio fotografico Livi
- a Pieve Santo Stefano (AR)
- 2025
- Dopo i bombardamenti è rimasta in piedi solo la chiesa collegiata
- più volte presidente del consiglio e ministro della Repubblica italiana - figlio illustre di Pieve Santo Stefano (AR)
- Pieve Santo Stefano (AR) - particolare
- agosto-settembre 1944 - Pieve Santo Stefano (AR)
- al Comune di Pieve Santo Stefano (AR)