Interrogatori e torture di partigiani nella Facoltà di Ingegneria

@ Viale del Risorgimento, 2, 40136 Bologna BO
16 novembre 1944, 00:00

L'Ufficio Politico Investigativo (UPI) della Guardia Nazionale Repubblicana si trasferisce nella sede della Facoltà di Ingegneria in via Risorgimento, dove da qualche tempo sono acquartierati l'Ispettorato regionale, il Comando provinciale e la Compagnia comando della GNR.

Ricostruita nel novembre 1943, l'ex polizia segreta dell'MVSN aveva prima due sedi: in via Mengoli - camuffata da Ispettorato Sanitario - e presso la caserma di artiglieria di viale Panzacchi.

Dalla primavera del 1944 fino alla Liberazione il capo dell'UPI bolognese è Angelo Serrantini, prima al comando del Servizio politico dell'Ispettorato regionale.

Ha ai suoi ordini una quarantina di uomini, divisi in due squadre: alcuni di essi si distinguono per i metodi violenti degli interrogatori, le torture, le esecuzioni sommarie.

I partigiani arrestati sono rinchiusi in celle ricavate al primo e al secondo piano, alcune senza servizi igienici. Gli interrogatori sono condotti nei locali dell'Istituto di Elettrotecnica.

Secondo numerose testimonianze, per estorcere informazioni sono usate maschere antigas tappate, scudisciate, fornelli e ferri roventi.

I metodi dei fascisti sono considerati dai comandi partigiani ancor più pericolosi di quelli delle SS. E' opinione generale che sia impossibile resistere a lungo alle loro torture. La direttiva è di provare a non rivelare nulla per le prime 24 ore.

L'edificio della Facoltà di Ingegneria sarà liberato dai partigiani il 21 aprile 1945: nella sede e negli immediati dintorni saranno uccisi due militi della GNR e fatti prigionieri alcuni soldati tedeschi.

Il capo dell’UPI Serrantini sarà giudicato in contumacia dalla Corte d’Assise straordinaria di Bologna nel 1947. Gli saranno contestati 22 capi d’imputazione, tra i quali l’aver organizzato rastrellamenti e rappresaglie e aver partecipato a sequestri e omicidi di partigiani e antifascisti.

Approfondimenti
  • Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune – ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, p. 262
  • Mimmo Franzinelli, Tortura. Storie dell'occupazione nazista e della guerra civile (1943-45), Milano, Mondadori, 2018, p. 93
  • Marianna Gaetani, Sofia Nannini, Aule senza memoria: la Facoltà di Ingegneria a Bologna, architettura di regime e luogo contaminato (1935–2016), in: Autoritarismi, totalitarismi e luoghi del trauma. Da siti di violenza a spazi di memoria, a cura di Chiara Giubilaro, Elena Pirazzoli e Daniela Tononi, Palermo, Palermo University Press, 2021, pp. 77-96
  • Ingegneria in guerra. La Facoltà di ingegneria di Bologna dalla RSI alla ricostruzione, 1943-1947, a cura di Renato Sasdelli, Bologna, CLUEB, 2007
  • Alberto Mandreoli, Il fascismo della Repubblica Sociale a processo. Sentenze e amnistia (Bologna 1945-1950), Trapani, Il Pozzo di Giacobbe, 2017, pp. 28-29
  • Pino Nucci, E ci guidava la luna, Bologna, Tamari, 1988, pp. 261-263
  • Rossella Ropa, Internati militari, deportati razziali e politici: l'altra Resistenza, in: La Resistenza, il fascismo, la memoria. Bologna 1943-1945, a cura di Alberto De Bernardi e Alberto Preti, Bologna, Bononia University Press, 2017, pp. 462-463
  • Renato Sasdelli, Fascismo e tortura a Bologna. La violenza fascista durante il Regime e la RSI, Bologna, Pendragon, Istituto per la storia e le memorie del 900 Parri, 2017, pp. 129-165, 293-295