"Impadroniamoci dei Comuni"

8 luglio 1883, 12:08

Il programma del Partito socialista rivoluzionario di Romagna contempla la conquista dei Comuni:

Impadronirsi dei Comuni mediante viva partecipazione alle elezioni amministrative, e trasformare a vantaggio del popolo e dell'autonomia comunale, l'attuale ordinamento amministrativo, affidando alle associazioni operaie i lavori comunali.

Secondo Gaetano Zirardini, braccio destro di Andrea Costa, il Comune "sembra oggi destinato a divenire il perno, l'embrione della Società avvenire", può favorire il "movimento ascensionale verso uno stato migliore" delle masse operaie.

Sul giornale del Partito, "Il Sole dell'avvenire", si legge della necessità di "incominciare fin da oggi nei comuni autonomi una serie di esperimenti socialistici, i quali, per l'efficacia dell'esempio, gioveranno assai più della povera propaganda".

Nel 1883 Costa lancia una vasta agitazione in Romagna - con la previsione di estenderla a tutta l'Italia - in cui, assieme al programma socialista, è presentata la richiesta di suffragio universale amministrativo e proposta la riforma in senso autonomistico della legge comunale e provinciale.

Quest'ultima appare premessa necessaria alla partecipazione dei socialisti alle elezioni amministrative, che pure sono al centro del loro interesse.

L'8 luglio a Imola si tiene un grande comizio al Politeama Golinelli con la partecipazione di numerose associazioni socialiste e mazziniane della Romagna e di altre città italiane.

Gli interventi principali sono quelli di Luigi Sassi, presidente dell'assemblea, Leopoldo Maluccelli e Andrea Costa.

Il discorso di Costa è incentrato sulla necessità del suffragio universale alla base della nuova legge amministrativa in corso di approvazione al parlamento.

L'ordine del giorno finale del convegno imolese chiede la riforma della legge sulla base

del diritto di voto esteso a tutti i cittadini maschi e femmine, dell'abolizione della tutela governativa imposta ai comuni, dell'autonomia dei comuni stessi, della partecipazione diretta dei cittadini agli interessi generali del Comune.

L'agitazione si estende nelle settimane successive ad altre località romagnole. Il 10 settembre a Faenza, poco dopo l'inizio del comizio per il suffragio universale amministrativo, la polizia allontana con violenza Costa e Zirardini dal palco.

L'11 novembre radicali, socialisti e repubblicani organizzano manifestazioni in molte città italiane. Intervenendo a Ravenna, Andrea Costa proclama: "Vogliamo che il Comune, casa nostra, sia altresì cosa nostra".

Approfondimenti
  • Andrea Costa nella storia del socialismo italiano, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Il mulino, 1982, p. 130
  • Franca Cardellini, Gaetano Zirardini. Una vita per il socialismo, Ferrara, Istituto di storia contemporanea del movimento operaio e contadino, 1976, p. 36
  • Comuni e province nella storia dell'Emilia-Romagna. Cento anni di politica di sinistra, a cura di Luigi Arbizzani e Aldo D'Alfonso, Roma, Editori riuniti, 1970, pp. 25-29
  • Emilio Gianni, La parabola romagnola del partito intermedio. I congressi del Partito socialista rivoluzionario romagnolo, 1881-1893, Milano, Pantarei, 2010, p. 118, 215
  • Ernesto Ragionieri, Politica e amministrazione nella storia dell'Italia unita, Bari, Laterza, 1967, p. 218
  • Maurizio Ridolfi, Il partito della repubblica. I repubblicani in Romagna e le origini del Pri nell'Italia liberale 1872-1895, Milano, F. Angeli, 1989, p. 119
  • Renato Zangheri, Storia del socialismo italiano, vol. 2.: Dalle prime lotte nella Valle Padana ai fasci siciliani, Torino, G. Einaudi, 1997, p. 146