Il Teatro Polivalente Occupato (TPO)
Una assemblea nella sede di Radio K Centrale decide l’occupazione del teatrino dell’Accademia di Belle Arti in via Irnerio. Concepito nel 1957 dallo scultore Farpi Vignoli (1907-1997), voluto fortemente da Antonio Natalini (1912-1995) titolare della cattedra di Scenografia, è rimasto un cantiere ed è diventato un magazzino dell’Accademia.
Il 5 novembre vari gruppi da tempo attivi a Bologna nel settore della ricerca teatrale entrano in possesso dello spazio: Amadossalto, Teatro dell’infetto, Gruppo situazionistico Luther Blissett e altri. Lo spazio è chiamato Teatro Polivalente Occupato (TPO).
Nei mesi seguenti vi si svolgono numerose iniziative: laboratori teatrali e di fotografia, allestimenti di spettacoli e coreografie, produzioni video. Nel dicembre 1998 il palcoscenico del TPO ospiterà gli immigrati reduci dall’occupazione della basilica di San Petronio.
Il centro sociale sarà sgomberato dalla forza pubblica il 21 agosto 2000, con il pretesto della messa a norma dello stabile secondo la legge 626 sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Nel settembre successivo un nuovo TPO nascerà in zona Mazzini, nei capannoni dell’ex Euraquarium.
- Gabor Acs, Il teatro dell’Accademia di Belle Arti a Bologna. Una storia di ordinaria burocrazia, in: " Parametro", 179 (1990), p. 8
- Claudio Calia, Piccolo atlante storico geografico dei centri sociali italiani, Padova, Becco Giallo, 2014, pp. 84-91
- Serafino D’Onofrio, Valerio Monteventi, Berretta rossa. Storie di Bologna attraverso i centri sociali, Bologna, Pendragon, 2011, pp. 91-106
- Largo all’avanguardia. La straordinaria storia di 50 anni di musica rock e varietà a Bologna, a cura di Oderso Rubini, Bologna, Sonic press, 2012, pp. 396-399
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Pompilio Mandelli, Via delle Belle Arti, ed. accr. e corretta, San Giorgio di Piano, Minerva Edizioni, 2002, p. 152, nota 3 (A. Natalini)